Rassegna storica del Risorgimento

1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
anno <1948>   pagina <28>
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Ruggero Moscati
H 1 marzo 1725 l'accordo trovava la sua base in un progetto di trattato, mediante il quale, dopo che i due sovrani ebbero rinunziato definitivamente alle loro pretese reciproche, si stabiliva che Filippo V avrebbe garantito la prammatica sanzione promulgata dall'imperatore in favore della figlia Maria Teresa, avrebbe riconosciuto la Compagnia di Ostenda e promesso di garantire ai sudditi di Carlo VI gli stessi pri­vilegi commerciali concessi fino allora a quelli delle potenze marittime. L'imperatore dal suo canto avrebbe interposto i suoi buoni uffici presso l'Inghilterra per la restituzione di Gibilterra e di Port Mahon alla Spagna. Le questioni italiane sarebbero state risolte secondo lo spirito dell'art. 5 del Trattato di Londra.
Il trattato di pace, fondato in sostanza su una revisione a danno dell'Inghilterra dei deliberati di Utrecht, era una minaccia al solo pre­dominio britannico. La Francia commenta il Solaro avrebbe dovuto essere meno allarmata del progetto di pace austrospagnolo di quel che non fosse l'Inghilterra et surtout la vieille Court de France qui n'ignoroit pas que dans le temps que le roy de France Louis XTV mourut, il avait en vue de moyenner par le comte Du Lue ambassa-deur de France à Vienne, l'acomodement entre la Cour de Vienne et l'Espagne. Osservazione questa del Breglio che deve esser messa in raffronto con quanto pongono in rilievo moderni storici francesi, i quali, dopo aver notato che era comprensibile l'ostilità dell'Inghilterra e dell'Olanda contro un trattato del genere di quello austrospagnolo, non si spiegano l'opposizione della Francia. Quel trattato non s'oppo­neva osserva in proposito il Muret alla concezione che Luigi
XIV s'era formata dopo Utrecht del futuro raggruppamento delle po­tenze europee. Niente impediva che la Francia si ispirasse in avvenire ai princìpi sui quali si basava la nuova intesa e, con la sua adesione, arrecasse all'Europa un equilibrio più conforme ai propri interessi che non quello del 1713. La Francia in altre parole ebbe in quel momento una importante carta in mano che il duca di Borbone ed il Fleury ebbero il torto di non saper giocare. Essi vollero rimanere ancorati alla politica angleolandese; e con l'inopportuna rottura del fidanzamento di Luigi
XV ed il rinvio a Madrid dell'Infante, fecero sì che il riavvicinamento della Spagna all'Austria si sviluppasse in una vera e propria alleanza difensiva.
Come è noto, Filippo V rispose all'ingiuria fattagli dalla corte fran­cese col richiamo dell'ambasciatore Monteleone e dei plenipotenziari
i) MUBET, La preponderando anglaise, etc. nella coli. Peuples et Civilisa-tione, p. 151.