Rassegna storica del Risorgimento

1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
anno <1948>   pagina <29>
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La politica estera degli Stati italiani, ecc. 29
inviati al congresso di Cambrai*) e con il rimando a Parigi della vedova di re Luigi, Luisa Elisabetta d'Orléans. Ripperda ebbe ordine di inta­volare trattative a Vienna per la stipulazione di un trattato di alleanza, basato sul progetto di un, duplice matrimonio tra i figli di Elisabetta Farnese, don Carlos e don Filippo, e le figlie di Carlo VT, Maria Teresa ed Anna. Su quel terreno in verità la corte di Vienna era poco disposta a seguire Madrid; ciò non pertanto, poiché l'alleanza era condizionata ai progetti matrimoniali, Carlo VE credette opportuno di dare delle assicurazioni, che non ebbero però mai quel vero e proprio carattere impegnativo che Ripperda volle dar loro nelle sue comunica­zioni a Madrid. H 30 aprile 1725 si giungeva così al trattato di Vienna, consistente in tre atti ben distinti: la pace, modellata secondo le linee già esposte nell'accordo del marzo, un trattato di commercio che con­feriva ai sudditi di Carlo VI dei notevoli privilegi nell'America spagnola a detrimento delle potenze marittime e della Francia, e un vero e pro­prio trattato di alleanza difensiva.
In pari tempo si determinava nel Nord una situazione sfavorevole al predominio britannico: l'equilibrio del Baltico era minacciato da Carlo Federico di Holstein, genero di Pietro il Grande, che pretendeva allo Schleswig e, con il sostegno della Russia, avanzava i suoi diritti alla corona di Svezia. Poiché era in atto un riavvicinamento austrorusso, si delineava il pericolo di un'alleanza tra Austria, Russia e Svezia, ai danni della Danimarca e dell'Hannover e a discapito dell'Inghilterra.
Invano a Vienna il Ripperda tentò con il duca di Richelieu, amba­sciatore di Luigi XV, di attirare la Francia nell'accordo austro-spagnolo. Ancora una volta la Francia subordinava la sua politica a quella della alleata. Per resistere alla minaccia che vuol colpirla oltre che sul terreno politico su quello economico e commerciale, nel Mediterraneo come nella
i) Si veda in Archivio di Firenze, f. 2692 la lettera di Neri Corsini al Mon-temagni del 13 gennaio 1725. L'inutilità dell' esercitazione oratoria rappresentata per vari anni dal congresso era ben chiarita nell* ingiunto epigramma che, per mancanza di cose serie, il diplomatico fiorentino, trasmetteva al suo governo.
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Notevoli anche i dispacci del 31 marzo e dei 10 maggio relativi alla rottura tra Spagna e Francia, per il rimando dell'Infante e alla pace avvenuta tra Spagna e Francia per mezzo del Ripperda.