Rassegna storica del Risorgimento

1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
anno <1948>   pagina <34>
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34 Ruggero Moscati
europea, sicuro che il suo atteggiamento fosse la migliore forma di pro­testa muta ma continua contro le imposizioni della diplomazia delle grandi potenze, collegate ai danni dell'indipendenza toscana.
Frattanto, in seguito all'arrivo di due squadre inglesi al comando degli ammiragli Jennings e.Hozier nel golfo di Biscaglia e nelle Indie occidentali una terza muoveva contemporaneamente, agli ordini dcH'ammiraglio Wager, per fronteggiare la situazione determinatasi nel Nord si era acuita la tensione anglo-spagnola. H Ripperda, creato duca, grande di Spagna, e primo ministro di Elisabetta Farnese,-aveva instaurato una politica bellicosa, lusingando i suoi sovrani sulle reali intenzioni di Carlo VI e dando loro ad intendere che era l'Austria che spingeva alla guerra, promettendo di appoggiare pienamente, con aiuti finanziari e militari, le ostilità che la Spagna avrebbe intrapreso contro l'Inghilterra. La leggerezza del Ripperda, le sue aperte minacce contro la quiete europea, i suoi vani intrighi presso varie corti straniere ove tentava di formare un fronte unico di nemici dell'Inghilterra e del duca di Borbone, finirono con l'aprire gli occhi a Filippo V ed Elisabetta Farnese, che dal nuovo ambasciatore d'Austria a Madrid conte di Koenig-segg, giunto nonché a spingere alla guerra a gettare acqua sul fuoco, ebbero la prova che le idee di Vienna non erano quelle che fino allora aveva esposto l'avventuriero olandese.
Quasi contemporanea alla disgrazia del Ripperda in Ispagna, fu in Francia quella del duca di Borbone. Allorché l'Il giugno 1726 il Fleury divenne primo ministro di Luigi XV, si pensò che, tolto di mezzo il responsabile principale di quella politica che aveva avuto come mani­festazione più appariscente il rinvio a Madrid dell'Infanta, fosse scom­parso il maggiore ostacolo che si opponesse alla riconciliazione personale tra Filippo V e il sovrano di Francia, primo passo verso un Ravvici­namento delle due potenze borboniche. L'ascesa al potere del Fleury venne interpretata in tal modo, e cioè come preludio all'intesa franco-spagnola, non solo dal rappresentante dei Farnese a-Madrid, il marchese Annibale Scotti che, seguendo le direttive del suo sovrano, cercava con ogni mezzo di riconciliare Luigi XV e Filippo V, quant'anche dalla diplomazia pontificia che, come sappiamo, svolgeva in quei mesi una attiva opera di mediazione. H nunzio a Parigi, mons. Massei, in con­tatto con PAldobrandini nunzio a Madrid, cercava di preparare il ter­reno per l'inizio di trattative che potessero menare ad un'intesa tra la Spagna ed il Fleury. Nel luglio-agosto vi furono passi in tal senso auto­rizzati dal cardinale e mossi a Madrid a mezzo del nunzio e del padre Bermudez, ma essi non avevano pel momento possibilità di successo,