Rassegna storica del Risorgimento
1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
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1948
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36 Ruggero Moscati
la mano all'Impero. Tra Madrid e Versailles e tra Versailles e Vienna si iniziano, auspice il Fleury e tramite i nunzi pontifici, delle trattative segrete che dovranno nel giro di pochi mesi portare alla riconciliazione la Spagna e la Francia e preparare un nuovo periodo di quiete europea. L'abile gioco del cardinale fleury riuscì in un primo momento a circoscrivere il pericolo d'un conflitto europeo che sembrava imminente, poi ad allontanarlo: egli, pur rimanendo fedele all'alleanza inglese, volle in sostanza evitare alla Francia una guerra che sarebbe stata dannosa ai suoi interessi vitali, perchè combattuta a vantaggio esclusivo dell'egemonia britannica. Se per il momento, in realtà, è la pace inglese quella che il Fleury riesce ad imporre all'Europa, la sua mediazione non escludeva per l'avvenire la possibilità di una alleanza fra Francia e Spagna e l'inizio di buoni rapporti con l'Austria: in una parola ancora una volta la politica francese tendeva ad evolversi secondo le ultime direttive di Luigi XTV. A Vienna ed a Madrid cominciava a farsi strada l'impressione che la Francia e per essa il Fleury fosse la sola salvaguardia che restasse all'Europa contro la tirannia dell'Inghilterra. In conclusione, malgrado che con la dissoluzione della lega di Vienna il Fleury avesse fortemente contribuito a rafforzare l'egemonia inglese sull'Europa scossa nel 1725, dans l'état instable des puissances eome commenta giustamente il Muretx) la médiation universelle de la France n'était peutètre pas un moindre danger pour le préponde-rance brìtannique que les desseins de Charles VI et Elisabette.
Il Fleury, dunque, riuscì a convincere Carlo VI a cedere alla mediazione francese: coi preliminari di Parigi l'Austria s'impegnava a sospendere per sette anni la compagnia di Ostenda, a confermare i trattati di Utrecht, Baden e Londra e le altre convenzioni stipulate con gli alleati anteriormente al 1725, a consentire al ripristino dei vantaggi commerciali agli inglesi in Ispagna e in America, a cooperare perchè la Spagna desistesse dall'assedio di Gibilterra. Un futuro congresso, da tenersi ad Aquisgrana, avrebbe deciso le modalità della pace.
La notizia fu appresa con moltissimo dolore alla corte di Madrid, La Spagna si vedeva di nuovo isolata: la guerra, che secondo la regina Elisabetta avrebbe dovuto assicurare il matrimonio di Don Carlos con Maria Teresa, le sfuggiva; l'Imperatore abbandonava la compagnia di Ostenda e quindi la sua politica economico-marittima che era stata la vera ragione dell'alleanza austro-spagnola. Era forza cedere: la situazione per Elisabetta era grave anche perchè per essa si aggiungeva il
0 MURET, op. CÌL, p. 168.