Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA 1848-1849
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1948
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101
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Volontari napoletani, ecc. 101
Né mancarono le domande isolate. Un canonico di S. Angelo dei Lombardi chiese di far parte del corpo dei volontari destinati a recarsi in Livorno e quindi per l'Alta Italia e si offri come cappellano per semplice spirito patrio ed amore ai fratelli Italiani}.
Di fronte all'afflusso di domande le autorità iniziarono il lavoro di organizzazione del nuovo battaglione volontari e nominarono una commissione di cui facevano parte due rappresentanti del Ministero dell'Interno, La Cecilia e Trincherà, ed un maggiore della Guardia Nazionale, il barone Galloni.
Nel frattempo, con nobile gesto, il Decurionato della città, pensando che russe débito del Municipio di Napoli di prestarsi in aiuto ai volontari, che si recano in Lombardia per concorrere a sostenervi la Indipendenza italiana, ha votato a quest'uopo la somma di ducati mille dugento da offrirsi al Comitato Centrale formatosi per questo santissimo scopo . Nella stessa lettera era richiesta la ratifica della deliberazione, che veniva approvata qualche giorno dopo, come si rileva da minata allegata all'incartamento.
Finalmente, superate le difficoltà inerenti alla raccolta ed all'avviamento dei giovani, un contingente di essi venne radunato ed approntato. Nei primi di maggio il battaglione era ormai costituito. Mancavano gli ultimi accessori ed una richiesta ci documenta che si sollecitavano le trombe necessarie al 30 battaglione la Nazione ormai pronto per partire: trombe che vennero concesse prontamente.
L'8 maggio 1848 quattrocentocinquanta uomini circa, formanti il suddetto terzo battaglione, salpavano a bordo della corvetta Ferdinando II verso Livorno, ove giungevano l'il maggio, l) Essi non vennero giudicati favorevolmente dai Toscani, ma le loro gesta nel Veneto, afferma lo Sciupa, provarono che questi erano stati pessimi giudici. 2)
Mentre numerosi volontari accorrevano alle armi nel regno di Napoli, il generale Guglielmo Pepe, nell'aprile 1848, venne nominato comandante delle truppe napoletane che avrebbero operato nell'Italia settentrionale. Egli giungeva ad Ancona, da Brindisi, a bordo della corvetta a vapore Stromboli , l'8 maggio 1848.3) Ma, presto, in seguito ai ben noti avvenimenti, il Brigadiere generale Antonio Scala partiva con l'ordine scritto per il Pepe di ricondurre le truppe nel regno. *) Successivamente (19 maggio) veniva diramata circolare agli agenti all'estero in cui si dava notizia del richiamo. Ricevuto l'ordine di rientrare (22 maggio), il Pepe, invece di obbedire, insieme ai volontari ed alle truppe regolari che lo seguirono, passò il Po, dirigendosi su Rovigo..5) Si fermò a Venezia, ove, a più riprese ma senza successo, il governo napoletano, per mezzo del console borbonico Campana, cercava di recuperare uomini e materiale, specie l'artiglieria. Il 4 luglio 1848 il principe d'Ischi iella, ministro della guerra, scriveva al Campana:
i) SCHIFA, op. cti., p. 476.
2) SCHIFA, op. cit., p. 477.
*) G. PALADINO, H governo napoletano afe, p. 64.
4) IBIDEM, p. 91.
) Sugli avvenimenti susseguenti alla comunicazione al Pòpe dell'ordine di rimpatrio v. G. PALADINO, Guglielmo Pepe e il ritorno delle truppe napoletane dati* Alta Italia nel 1848, in Rassegiui Storica del Risorgimento, VI (1919), pp, 134-170.