Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA 1848-1849
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1948
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102
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102 Giuseppe Coniglio
Incaricato di risponderò al foglio da lei diretto al mio collega ministro degli affari esteri con la data del 25 giugno ultimo n. 71 non posso dispensarmi dal farle rilevare che quanto siensi da questo Hcal Governo giudicate commcndevolì ie premure de1 capi de' piccioli corpi napoletani, che trovami al presente in Venezia onde avere i mezzi di rientrare nel proprio paese, altrettanto ha recato meraviglia l'irragionevole opposizione fattasi dal generale D. Guglielmo Pepe.
Gli ordini di Sua Maestà il Re pel richiamo nel Regno delle truppe napoletane in marcia per la Lombardia, erano e sono positivi, né van soggetti ad interpretazione.
Dal momento che il generale Pepe li ha disobbediti ha cessato di diritto e di fatto di esserne il comandante...
Il generale Pepe, dopo la disobbedienza agli ordini ricevuti, con un ordine del giorno che non poteva legalmente pubblicare, ed avverso al movimento ordinato dal Re, che ha il comando supremo delle truppe, ba attirato al di la del Po una parte, comecché picciola, dell'esercito e dell'artiglieria, non meno che la cassa di campagna col denaro dell'erario napolitano . *)
Ma il console Campana non riuscì ad ottenere la restituzione del materiale napoletano che trovavasi a Venezia ed invano si rivolse alle autorità venete per ottenere tale estituzione.2)
Intanto gli avvenimenti precipitavano. Dopo qualche speranza per la ripresa della guerra austro-piemontese (12 marzo 1849), la decisiva sconfitta subita da Carlo Alberto segnò anche la sorte di Venezia. Assediata e bombardata da un forte esercito, senza viveri, devastata dal colera, la città non poteva resistere a lungo. Il 25 agosto le truppe austriache occupavano i forti di San Secondo, del Piazzale, di San Giorgio, di Sant'Angelo. L'eroica resistenza era finita.
Dei napoletani che avevano seguito il Pepe erano superstiti 66 uomini ed un capitano che, per incarico del console Campana, provvide a raccogliere i soldati, le batterie, ed il bestiame per l'artiglieria di Sua Maestà il Re di Napoli, mentre il governo borbonico inviava (17 settembre 1849) il T. colonnello Giuseppe Moreno a bordo della fregata a vapore il Ruggiero , per riprendere le macchine, batterie ed altro di proprietà del Rcal Governo .3)
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Così aveva termine un'impresa cui era stato dedicato tanto entusiasmo.
U contributo dei volontari napoletani alla prima guerra d'indipendenza nazionale era valso, però, a dimostrare come l'impresa fosse sentita anche nel Mezzogiorno e costituiva una sicura prova che l'idea dell'unità era ormai ben salda in tutta la penisola.
, GIUSEPPE CONIGLIO
*) A, S. N., Esteri, fase. 3422.
Si In proposito cfr. G. PALADINO, I napoletani a Venezia nel 1848, in Nuovo Archivio Veneto, XXXVIII (1919), pp. 147-178, che pubblica alcuni rapporti ci console Campana al governo napoletano. s) A. S. N., Esteri, fase. 3422.