Rassegna storica del Risorgimento

CAVOUR, CAMILLO BENSO DI
anno <1948>   pagina <105>
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Alcune osservazioni, ecc.
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Il Ghiaia, non ostante ripubblicasse la lettera dopo vent*anni dalla morte del Valerio, omette anch'egli il nome. La Raccolta Cavour e l'Inghilterra invece ha ripreso il nomo dall'autografo.
Non ostante le precauzioni e le preoccupazioni del Berti, la pubblicazione intempestiva delle lettere di Cavour provocò delle reazioni che ebbero la loro eco in Inghilterra alla Camera dei Lord ed in Italia alla Camera dei deputati. l>
L incidente deve aver avuto come conseguenza una maggiore prudenza da parte di coloro che, in seguito, raccolsero e pubblicarono lettere di Cavour.
La principale di queste raccolte fu pubblicata da Luigi Chiala, negli anni da] 1883 al 1885, in quattro volumi, ai quali si aggiunsero più tardi altri due volumi di supplemento.
Si deve al paziente e faticoso lavoro del Chiala la pubblicazione di 1782 let­tere a destinatari vari. Ma alla lunga e tenace attività di ricerca, condotta con pas­sione ed amore, non fece riscontro una adeguata coscienza scientifica. Cosicché il Chiala, agitato da preoccupazioni di carattere, diciamo cosi, apologetico, e da scrupoli veramente eccessivi, mutilò gran parte del materiale raccolto, pubbli­cando testi che presentano molte e gravi lacune, omettendo la maggior parte dei nomi, specie là dove il Cavour si era lasciato andare a giudizi su persone che, se anche al postero lettore possono qualche volta apparire eccessivi ed anche ingiusti, non perdono la loro importanza ed il loro valore storico, appunto perchè furono, in quel dato tempo ed in quella tale occasione, enunciati dal Cavour.
Molte delle lacune furono segnate con dei puntini, che, se non altro, fanno avvertito il lettore che si tratta di un testo volutamente incompleto. Ma spesso avvenne anche che il Chiala deliberatamente omise delle intere parti ricucendo i brani in modo da indurre in errore il lettore frettoloso e poco accorto.
Egualmente corresse il Chiala gli errori di sintassi e di grammatica, e spesso anche di ortografia, che, con così grande frequenza, si ricontrano negli originali cavouriani, e che non sono soltanto segno di una imperfetta conoscenza della lin­gua italiana, ma spesso indicano l'ansia di fissare sulla carta idee e pensieri che rapidamente passavano nella sua mente e ciò vale specialmente per le lettere inviate da Parigi od anche la necessità, al termine di una laboriosa giornata piena di incontri e di colloqui, di ragguagliare tempestivamente i colleghi del Governo o i rappresentanti di Sua Maestà Sarda nelle principali capitali di Europa.
*) Cfr. L. CHIALA, op. cit., voi 2, p. 427 e p. 637 e aegg.
A. OMODEO, L'Opera politica del Conte di Cavour, Firenze, 1940, p. I, voL 2, pag. 116.
Lord Clarendon, nella seduta della Camera dei Lord del 17 febbraio 1862, amenti di aver potuto incoraggiare il Conte di Cavour a impegnare un conflitto con l'Austria, e, più precisamente, a dichiararle la guerra, coll'assicurarlo che seguendo una siffatta politica, il Piemonte avrebbe avuto l'appoggio materiale dell'Inehilterra. Quindi: o le lettere non erano autentiche, o il Conte di Cavour aveva capito male le sue dichiarazioni. Il Berti rispose nella tornata della Camera dei deputati detl*8 luglio 1862 affermando: ce quanto 6i contiene nelle lettere da me pubblicate del Conte di Cavour ò pienamente conforme a quanto egli scriveva in latte le lettere contemporanee od asseriva nei dispacci ufficiali che si conservano negli archivi del ministero degli esteri .
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