Rassegna storica del Risorgimento

CAVOUR, CAMILLO BENSO DI
anno <1948>   pagina <119>
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Libri e periodici 119
autore dichiara nella prefazione di una ricerca condotta essenzialmente sn dacu, mentanone vodese e con una vinone degli avvenimenti quale avrebbe potuto averla uno che ne fosse informato soprattutto da amici vodesi e anche, ma in minor misura d altri Cantoni della Svizzera romanda. Ciò costituisce il limitar.ma anche il pregio e l'interesse precipuo del lavoro del Ferretti.
L'agile volumetto è costituito da quattro capitoli, i cui titoli rivelano di per sé il loro contenuto: I. Un tentativo di alleanza tra la Svizzera e il Regno Sardo. II. Primi echi del moto italiano - Una Sottoscrizione - Forniture d'Armi. TU. I Volontari. IV. VAs­sistenza ai profughi. Gli ultimi tre, come è ben evidente, sono di interesse e di respiro assai minori del primo, pur presentando dei particolari e delle notizie assai interessanti.
II primo capitolo è di più. ampio respiro, È vero che il Ferretti, fedele al limite fissato alla propria ricerca, analizza il tentativo subito abortito di una alleanza fra il Regno di Sardegna e la Confederazione elvetica non sul piano assai più generale della storia diplomatica ma piuttosto su quello di una analisi psicologica dell'instancabile e troppo zelante rappresentante piemontese, il generale Bacchia, e su quello delle reazioni dei principali uomini politici svizzeri (soprattutto, l'urto Fazy-Ochsenbein); tuttavia si sente nel suo raggio la chiara percezione dell'interferire nel problema di esigenze dovute a un più lato orizzonte e le conclusioni alle quali egli giunge sono crediamo esatte e da accettarsi. Ossia, che il Bacchia andò oltre le istruzioni rice­vute dal proprio Governo e. che il suo tentativo doveva fallire per la sicura perce­zione da parte svizzera dell'opposizione francese e per la preoccupazione di non tur­bare l'equilibrio tra i diversi gruppi etnici della Confederazione, sul quale riposava in gran parte l'accordo tra i Cantoni (p. 39), ai quali motivi di opposizione venne assai presto ad intrecciarsene un terzo, e precisamente quanto l'inviato svizzero a Milano, Giacomo Luvini-Persegnini, scriveva sul sempre maggiore accentuarsi del carattere di conquista regia che andava assumendo la politica carlo-albertina.
Un piccolo rilievo erudito vorremmo, infine, fare. Osservando giustamente il carattere prettamente professionale di alcuni arruolamenti di volontari svizzeri, che accettavano l'invito fatto loro per conto del Governo Provvisorio di Milano dal Fra-polli, il Ferretti accenna ad un giovane figlio del Colonnello ginevrino Rilliet-Constant desideroso di arruolarsi e dice Notiamo tra parentesi che questo giovine, o forse un suo fratello, passò poi al servizio del Re di Napoli, e a Napoli mori di colera nel 1854, aggiungendo in1 dota: Traggo la notizia dal giornale La dSmocratie genevoise del 22 agosto 1854. Ciò che mi rende perplesso è il fatto che questo giovane Rilliet era medico, mentre di quello che parlò con lui, il Frapolli disse che era un Ufficiale, sull'altra indicazione. Figli l'uno e l'altro del Colonnello, ad ogni modo (p. 88). Qui, evidentemente, l'unica fonte di informazione del Ferretti è stato il necrologio del gior­nale Svizzero, ma ben più ampie notizie avrebbe potuto trovare in una dotta noterella di Benedetto Croce apparsa in La Critica del 20 maggio 1939 (Uno scolaro del Tòpfer in escursione per le Calabrie nel 1852) e che ha per argomento proprio il Billiet morto nel 1854. Si tratta di Orazio, nato a Unterseen nel Bernese il 17 novembre 1824 e chirurgo nel 13 Battaglione cacciatori. Dalla noterella del Croce il Ferretti avrebbe potato ricavare che dei fratelli Rilliet-Constant ve ne furono al servizio del Re di Napoli ben tre. Essendo sfoggiti alla distruzione dell'Archivio di Stato di Napoli i Libretti di vita e costumi del 3 Reggimento Cacciatori, è stato possibile rintracciare i loro stati di servizio (ringrazio l'amico, dott. Giuseppe Coniglio che gentilmente ha voluto fare questa ricerca per me) col seguente risultato: non vi è traccio del terzo Ril­liet di cui parla il Croce, vi sono invece gli stati di servizio di Orazio, ammesso in servizio iJ 20 maggio 1850 (aia detto fra pareti tesi : il buon allievo di Tòpfer non doveva eccellere nella sua professione chirurgica; i rapporti per il 1853 e per il 1854 sono bene espliciti su tal punto), e di Giacomo Aloiao, capitano neQo stesso Battaglione del fratello, ina già in servizio dal 20 novembre 1844. Discutibile pertanto pare l'esistenza