Rassegna storica del Risorgimento
CAVOUR, CAMILLO BENSO DI
anno
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1948
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pagina
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128
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128 Libri e periodici
partiti socialisti e della II Internazionale (p. 70). Ma mentre, quasi dovunque i socialisti europei rispondevano all'appello della Patria in pericolo, quelli italiani non sape* vano sollevarsi dalla pregiudiziale internazionalistica, e lasciavano che il mirabile impulso verso l'intervento che proveniva dagli eredi spirituali del partito di azione del Risorgimento (repubblicani e radicali, che le ombre di Mazzini e di Garibaldi incita-, vano all'ultima guerra di liberazione) venisse raccolto e monopolizzato dai nazionalisti che trasformavano quel che era stato anelito generoso proveniente dalla Sinistra in guerra dinastica ed imperialistica della Destra. Mussolini con le sue conversioni clamorose tra il settembre e il novembre del 1914 seppe trovare quel gesto di risolutiva audacia che, se segnò definitivamente la sua rottura col socialismo ufficiale, lo allineò, con una fisionomia tutta sua, nello schieramento avverso: quello, cioè, nelle cui mani passava l'iniziativa, e si rendeva protagonista di storia.
Giunse Caporetto, e il partito socialista, dai cui banchi parlamentari si era levata la voce quest'inverno non più in trincea , cominciò a parlare sì di resistenza, ma senza calore e soprattutto senza riguadagnare quella fiducia che l'atteggiamento incerto durante i primi anni di guerra gli aveva fatto perdere. che il socialismo italiano fosse alla mercè di un irrefrenabile sbandamento spirituale apparve chiaro di lì a poco, quando le bandiere rosse della rivoluzione di ottobre essendosi sostituite alle bandiere della repubblica di Kerenski in Russia, di nuovo i socialisti italiani, dimenticando la gravità dell'ora attraversata dalla nazione, cominciarono a pensare a una collaborazione con il nuovo governo di Mosca.
Mentre la terza parte del lavoro del Morandi è riservata alla grande prova della guerra, la quarta affronta e sviscera le ragioni che provocarono la crisi della vita politica italiana che, iniziatasi nel 1919 si concluse nel 1925 con la vittoria del fascismo. Ma la crepatura, attraverso cui il fascismo avrebbe avuto possibilità di irrompere, ai era prodotta fin dal momento in cui il partito socialista italiano, nelle cui arterie reme va il solo lievito veramente rivoluzionario che fosse in Italia, aveva con un taglio senza ritorni separato gli interessi delle classi lavoratrici da quelli della nazione intera.
La duttilità del liberalismo di sinistra impersonato daGioIifcti.il placido conservatorismo del liberalismo di destra che aveva come esponente Salandra, il rigido formalismo dei repubblicani ancorati alla loro pregiudiziale istituzionale, non erano in grado di arginare la crisi che si presentava all'indomani della guerra con un triplice pauroso ordine di necessità: politiche, economiche, e sociali. Soprattutto terribile l'esigenza sociale, a risolvere la quale si presentavano impreparati i vecchi aggruppamenti politici, ma anche i nuovi: il partito popolare italiano, perchè limitato dalla sua confessionalità e dalla sua stessa elefantiasi per cui era costretto ad accogliere nel suo seno elementi delle più disparate tendenze sociali, e il partito comunista italiano che, troppo giovane, non poteva, pur fornito come era di audacia e di spregiudicatezza, attrarre le cospicue masse aderenti al socialismo.
Dalla lettura del saggio del Morandi questi ultimi anni (1919-1925) appaiono come lo scenario su cui si svolge il dramma tra le forze cui il tempo sfugge rapido e le altre cui il tempo apporta nuova linfa, almeno in misura proporzionale agli errori politici del socialismo. Nello scenario disegnato dal Morandi più. che gli uomini vibrano gb' stati d'animo dei gruppi in lotta. E questo è un altro segno caratteristico dei partiti nella storia moderna: non più capi di parte cbe regolano con la loro volontà l'azione degli scherani, ma forze spirituali che sottomettono alle loro ineluttabili esigenze gli individui. Ciò perchè, dinanzi allo scadimento dell'elemento politico, i problemi che i partiti moderni sono oggi chiamati a risolvere sono soprattutto sociali
Il saggio del Morandi, breve, agile, ricco di sintesi felici e di espressioni incisive, di meditazioni profonde per quanto specialmente si riferisce al fenomeno socialista, è opera di grande utilità che serve a fissare schematicamente ma con rara precisione, gli elementi essenziali per la conoscenza dei partiti politici in questi ultimi decenni della storia d'Italia. GAETANO FALZONE