Rassegna storica del Risorgimento

BALCANI ; 1848-1849 ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1948>   pagina <157>
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La politica orientale e balcanica, ecc. 157
si sarebbe operato un attacco su Trieste, dagli Ungheresi per terra e dagli Italiani per mare. *)
Inoltre, mentre appoggiava la formazione della legione polacca in Francia e in Piemonte, il Gioberti ordinava al Tecco di aiutare "Wìtold Czartoryski, figlio del prin­cipe Adamo, inviato a Costantinopoli per recintare legionari polacchi e spedirli a Torino. Le possibilità di un'alleanza francese con la Torchia appoggiata sugli Slavi e sull'Italia militavano a favore del piano giobertiano. H 1 febbraio il Czartoryski veniva presentato a Reschid pascià dal Tecco in persona. Il Gran Visir, pur raccoman­dando prudenza e riservatezza, si esprimeva molto benevolmente nei riguardi del Piemonte e accoglieva affermativamente la richiesta di porre un agente sardo a Bel­grado, approvando l'idea di formare una federazione dei paesi slavi confinanti con la Turchia da appoggiare alla Porta in funzione antirussa. La protesta della Legazione russa contro Parrivo del Czartoryski Valse a farlo allontanare, ma non a far cessare il reclutamento dei legionari, di cui si occupò lo stesso Tecco.*)
Il Gioberti non s'era limitato a questo, ma, accogliendo i suggerimenti già fatti dal Tecco al Perrone, aveva inviato a Costantinopoli, perchè fosse istradato a Belgrado, Marcello Cerrutì. I compiti di mediazione e di alleanza di questo si completavano infine, nel quadro dell'azione giobertiana, con la missione affidata al colonnello Ales­sandro Monti.
Mentre, infatti, il Cerniti prendeva contatto con l'ambiente orientale mediante l'aiuto del Tecco,s) e incontrava difficoltà non solo nell'opposizione austro-russa ma anche nel contegno diffidente della Francia e dell'Inghilterra, il Monti iniziava lo svolgimento del suo delicatissimo incaricò. Ex ufficiale dell'esercito austriaco e poi protagonista della liberazione bresciana e capo di stato maggiore della divisione lom­barda nel Trentino, egli aveva qualità e conoscenze che avevano consigliato il Gioberti a utilizzarlo per l'Ungheria. *)
Il 27 dicembre del '48 il presidente del Consiglio dei ministri piemontese gli aveva dato istruzioni scritte come inviato straordinario presso il presidente della Commissione di difesa del regno d'Ungheria Luigi Kossuth. Un'opera di mediazione tra Magiari,
i) Bianchi, VI, 120, 121.
2) Tecco, 25 gennaio e 5 febbraio '49, n. 696; Morawski, 1884 segg.
3) Tocco, 5 febbraio *49, n. 696 bis.
*) Alessandro Monti, nato a Brescia il 20 marzo 1818, aveva frequentato l'acca­demia del genio militare di Vienna e nel 1842 era entrato nell'esercito austriaco, rag­giungendovi nel 1847 il grado di capitano dei eavalleggeri di Hohenzouern. Nel marzo 1848 si trovava in congedo a Brescia; partecipa, dopo aver dato le dimissioni dall'eser­cito austriaco, alTinsurrezione e organizzò la guardia nazionale, prese parte all'assalto dell'arsenale e alla lotta vittoriosa per le vie della città. Divenuto capo delle forze armate bresciane e di due battaglioni italiani che avevano abbandonato le insegne austriache, fu poi maggiore e capo di stato maggiore della divisione lombarda operante nel Trentino, prima agli ordini del gen. Allemandi, poi del Durando. Il 22 maggio 1848 prese parte con valore allo scontro di Montcsucllo e consegui il grado di tenente colon­nello. Dopo Salasco ai ritirò in Piemonte e chiese invano di entrare nell'esercito regolare. Nel dicembre 1848 fu scelto per la missione in Ungheria. Sciolta la legione il 13 giu­gno 1850, tornò in Piemonte ove, non ottenendo di entrare nell'esercito, ai ritirò dalla carriera militare. II 24 giugno 1853 fu nominato direttore del penitenziario di Torino, 317 aprile 1854 di quello di Oneglia. Aveva sposato in Oriente Sara Wilshire, figlia di un console inglese, da cui ebbe Carlo e Girolamo. Vedi F. BETTONI CAZZAGO, Gli Ita­liani nàia guerra d'Ungheria, 1848-49, Milano 1888; Dizionario del Risorgimento, HI.