Rassegna storica del Risorgimento

ROSSI GABRIELLO ; SOCIALISMO
anno <1948>   pagina <170>
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Armando Sartia
L'osservazione della storia induce Fautore a porre come fondamentale lo studio del rapporto fra la produzione e la popolazione e il disquilibrio esistente nella sua epoca lo induce a considerare le condizioni della età presente identiche a quelle del periodo della decadenza dell'impero romano. La barbarie, che che no dicano alcuni, ci sovrasta ed a modo tale, che se presto non vi si pone riparo, invaderà tutto quanto il mondo con mali e danni indicibili (II, p. 471).
Il cosidetto incivilimento non deve ingannarci: anche nell'impero romano, nei suoi ultimi secoli di vita, si diffondevan, si aprivano scuole, venivano dati i diritti politici e perfino la cittadinanza, aumentava la cultura, si perfezionavano la tecnica e la scienza esatta, ma l'eccessivo aumento di popolazione sgretolò quel colosso già sì potènte. Lo stesso avviene ora I), anzi la situazione è peggiorata per l'assenza della schiavitù, mercè la quale l'Impero romano... poteva impedire, siccome infatti faceva, per mezzo dell'arbitrio de* padroni, che di troppo s'accrescesse il numero degli schiavi, cioè dei miseri e dei corrotti (II, 475). È innegabile, oggi, che nell'agricoltura e nel­l'industria vi sia stato un progresso e un perfezionamento, ma esso non è stato affatto in proporzione dell'aumento della popolazione, quale s'è venuto realizzando in questi
acquistò i libri e da esse ebbe in consegna i suoi manoscritti... I manoscritti sono una selva veramente selvaggia di appunti d'ogn: specie e genere, di repertori, di citazioni, minute di lezioni di medicina, di economia politica, di statistica, di mineralogia etc. etc, dai quali, purtroppo, è assolutamente impossibile cavare un costrutto qualsiasi. E io credo che questi zibaldoni rappresentino, nel modo più evidente e sicuro, quella che dovette essere la mente del Rossi, quella cioè di un uomo di straordinaria erudi­zione, ma confusionario e incapace di concludere qualsiasi cosa. H Rossi fu certo un precursore in molte cose, ad esempio ho di lui una serie di lettere a mia bisnonna intorno all'amore e alla missione della donna, che, in un certo senso, potrebbero farlo passare per un precursore del femminismo, d'altra parte, egli sente il bisogno di svol­gere il suo tema prendendo le mosse da Eva e citando giù per i secoli tutte le donne note ed ignote che sono mai esistite; perciò quelle sue lettere sono impubblicabili, perchè troppo noiose e divaganti.
Purtroppo, io posseggo tutto del Rossi ad eccezione di quello che di lui avrei voluto avere e cioè il suo carteggio; proprio quello che desiderava lei! Evidentemente, come è accaduto in altri casi qui a Bologna, in certi momenti di temute perquisizioni poliziesche, il Rossi ha bruciato il suo carteggio, del quale non esiste traccia. Le lettere aOe quali ho accennato nella mia Bclgiojoso sono indirizzate da lui a mia bisnonna nel 185.9 e riguardano una missione che il Rossi ebbe dal Governo Provvisorio di Bolo­gna presso il Governo Toscano. Sono lettere interessanti per la storia del Risorgimento che mi propongo di pubblicare in tempi più opportuni.
i) Diffusa era, nella prima metà del XIX secolo, la concezione che le nazioni cristiane non possono perire. Rossi non fa esplicitamente nessun accenno ad essa, però il brano seguente ne suona come una critica: Ma più forte obbiezione sarà quella che mi faranno alcuni col dire: che noi siamo ora cristiani cattolici, e che questa sublime religione è potentissima ad impedire la barbarie: né io vorrò per certo disconoscere i grandi o veri beni che ha arrecati all'uman genere questa benefica religione; solo farò osservare, che anche al tempo di Carlo Magno, quasi Finterò mondo conosciuto era cattolico, e pure per cagione della miseria del popolo, dell'ignoranza de* grandi, e della corruzione di molti, che avevano simoniacamento invase le autorità religiose, non potè la religione di Cristo impedire, che 11 tempo più misero, più barbaro, più im­morale non fosse appunto quello, che percorse da Carlo Magno infino al momento, che Iddio ci concesse il gran Ildebrando per salute della Chiesa e dell'umanità . (II, 475).
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