Rassegna storica del Risorgimento

ROSSI GABRIELLO ; SOCIALISMO
anno <1948>   pagina <172>
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Armando Saitta
determinato e non BU tutti i beni del debitore) e la pubblicità, e quello romano, che pra­tica le ipoteche occulte e generali. Quest'ultimo, nella sua purezza, è però col 1789 scomparso quasi in ogni luogo, soppiantato dal tipo misto o francese, in uso allora anche nello Stato Pontificio. Il sistema germanico è quello in uso in Baviera, Svizzera e Polo­nia e questo l'autore vuole introdotto dal Governo pontificio. Fra l'altro, esso renderà possibile che tutti i proprietarii costituiscano una società in accomandita, la quale riscatti a proprio beneficio le ipoteche fondiarie. Essa per liberarsi il più presto pos­sibile di questi debiti- verso i capitalisti, e produrre possibilmente i vantaggi della vera mobilizzazione del suolo e della proprietà (II, 9) formerà una banca nazionale, che, sorretta e aiutata da banche succursali provinciali e comunali, accetta depositi, ed emette biglietti di banca di taglio minimo di 25 scudi e con un'emissione non oltre­passante i 130 milioni di scudi. La Banca estinguerà subito il debito pubblico ed ope­rerà la conversione della rendita. Questi istituti funzioneranno da banche di prestito, di sconto, banche agricole ed industriali, proteggeranno l'associazione di assicurazioni anzi dovranno curare... che si stabilissero le associazioni mutue per soccorsi e garanzie fra gli esercenti le stesse arti o mestieri (II, 15) e quelle dei contadini affittuari. Come corollario, propone la conversione della rendita, un progressivo aumento della tassa di successione per i collaterali e il prezzo politico del pane.
Tale il progetto finanziario di Gabriello Bossi, dal quale egli attende la soluzione della questione sociale e la fine del pauperismo. Sarebbe interessante porlo in relazione con le concrete e reali condizioni economiche dello Stato pontificio; ma in questo mo­mento ci interessa liberare dai due vasti tomi solo quegli elementi che permettono di ricostruire il complesso ideologico dell'autore.
Nel pensiero del Rossi possiamo distinguere due aspetti: uno critico ed uno co­struttivo.
Sotto il primo aspetto la posizione dell'autore non si allontana gran che dalle affermazioni che già furono il cavallo di battaglia del socialismo utopistico francese, e in ispecie del Fourier, ed il quadro che egli fa dei mali della civiltà non è assai lon­tano da quello che fra non molto farà Carlo Marx.
S'è fatto il nome di Fourier e infatti l'esame della società del tempo fatta dal Rossi presenta molti punti di contatto con quello dell'utopista francese, tì In ambedue il problema è identico: razionalizzare la vita produttiva. L'agricoltore segue due vie sbagliate: o l'eccessiva concentrazione delle terre (metodo inglese) o l'eccessivo frazio­namento, che oggi tende ad nna vera e propria polverizzazione (metodo francese). Ambedue i sistemi sono dannosi: il secondo darebbe alla popolazione agricola ce un
l) Del Fourier egli cita la definizione che questi diede del commercio, sulla trac­cia di Geoffroy. Motivo pure tipicamente fourcriano è il rilievo dello sperpero che causa in civiltà il sistema dei campi cintati. Si ha l'impressione però che il Rossi poco cono-Ica direttamente il Fourier (tra i libri passati in possesso del Marchese Malvezzi vi e di Fourier solo Le nouveau monde industrie!) ma ne parli sovra itutto attraverso l'opera Croisade du XtX siede. Appel à la Piòte Caiholigue à Veffet da reeonstituer la science sociale sur une base Chretienne: suini de Vesposition critique des Thaaries Phalansterien~ nes di Luigi Rousseau (Parigi, 1841) e il giornale del Considerane la Democratie paci-fique. Né crediamo conoscesse direttamente gli scritti del Saint-Simon: le osservazioni che il Rossi fa circa il culto della banca da porte della sua scuola derivano dalla Mente di VUò del Ferrari. Conosceva, invece, come risulta dalla lettera al Carnot, personal­mente il Buchcz; ma questi non era più sansìmonianOé