Rassegna storica del Risorgimento
ROSSI GABRIELLO ; SOCIALISMO
anno
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1948
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pagina
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175
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Un socialista-conservatore del Risorgimento, ecc. 175
In questa sua polemica verso le degenerazioni del feudalismo, l'autore si mostra erede di uà ordine d'idee che si era già sviluppato cou la Staci e che aveva informato ai sé tanta storiografia dell'età della Restaurazione: vale a dire* l'affermazione che in Europa la libertà è antica e il dispotismo recente.
Cou la caduta di questi principii basilari della proprietà si è venuta allentando quella mutualità reciproca che deve essere alla base della società: allentamento reso ancor più grave dalla soppressione delle corporazioni di arti e mestieri Anche qui 1 opera rinnovatrice della Rivoluzione è andata oltre il segno: Ahi quanto meglio sarebbe stato per tutti che invece di proibire le antiche confraternite e maestranze, si fossero tolti soltanto quegli articoli della loro organizzazione, che, essendo coercitivi, rendevano spesso tirannico il potere di quei capi d'arte, e di quelle associazioni (II, 232)* L'eccessivo sovvertimento ha invece da un lato aumentato la piaga del pauperismo e dall'altro, aiutato dall'individualismo e dall'egoismo che trovarono la loro sanzione ufficiale nella Riforma protestante e dal sorgere di correnti materialistiche, ha favorito il diffondersi di una dottrina quanto mai ingiusta e pericolosa: il comunismo.
Il pericolo di questa dottrina sta nel fatto che per il contadino od agricoltore, l'idea di nulla dover dare al padrone ben presto s'intende (II, 8) e per Rossi essa s'identifica con l'assoluto male. Le sue pagine vibrano a tal proposito di un tono violento, quale solo nelle pagine dei reazionari del tempo era possibile trovare. Già nelle prime righe della prefazione le tendenze comuniste sono equiparate al disordine e l'equiparazione si aggrava sempre pia. a p. 15 del I tomo comunisti e turbolenti sono messi alla pari; a p. 8 del II tomo questa teoria dei nuovi barbari, cioè degli operai, viene indicata come il maggior flagello dell'ordine dell'umana società , a p. 13 come sconcerto , a p. 82 come teoria minacciosa e funesta , fino ad essere messa alla pari con la delinquenza.
Il comunismo dice il Rossi è assai antico: vi furono sempre uomini illuminati e buoni che proclamarono la comunione dei bèni, quale il più giusto e il più perfetto stato della Società. Generoso sentimento, che cozza però nell'impossibilità pratica: infatti la Società non può accettarlo, giacché l'assenza [della proprietà spegnerebbe dovunque l'attività e quindi la libertà, la giustizia e il perfezionamento. Tuttavia la Rivoluzione francese dovè ritornare in parte a queste idee: infatti fino a tanto che la proprietà non sarà resa interamente libera, giusta, ed assicurata... mai non cesserà questa lotta (II, 82). La lotta della Rivoluzione contro la legge e l'ordine della proprietà allora esistente fu poi esagerata fino alla stravaganza da Anacharsis Clootz, da Hebcrt e da Babeuf . Dopo l'impero napoleonico, si ricominciò lo studio di alcuni sistemi antichi, e da questo sorsero nuovamente opinioni e dottrine dei principali socialisti,Owen, Fourier e Saint-Simon, le cui idee, rese in seguito più volgari da altri radicali, si sono poi convertite nelle vere dottrine comuniste, che sono adottate dai diversi fautori del... sistema... di coloro che vogliono dividere fra tutti in egual parte i beni naturali od almeno i frutti che da essi si hanno, secondo il bisogno che ogni individuo risente, e che è il modo più sicuro secondo il pensiero di alcuni, onde togliere tutti i mali dell'attuale pauperismo (1,91). Sotto il contraccolpo delle giornate del luglio 1830, alcuni credettero fosse tempo favorevole per rialzare la bandiera di quelle dottrine e si rifugiarono nel club degli amici del popolo, poi dei diritti dell'uomo, della famiglia, delle stagioni e infine.in quello dei comunisti. Dell'attuale comunismo questa ò la prima corrente, quella della comunione semplice od unitaria; dove la nazione non formerebbe più, che una sola società di cittadini, tutti fratelli e tutti eguali in diritti; dove il suolo nazionale non sarebbe più che un solo ed unico dominio; ed ove tutte le industrie non formerebbero che