Rassegna storica del Risorgimento
ROSSI GABRIELLO ; SOCIALISMO
anno
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1948
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pagina
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177
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Un sodalistar-conservatore del Risorgimento, ecc. 177
dottrine è più. forte in Russia, Polonia Germania, come dimostrano i fatti di Galizia, la congiura di Posen e la sommossa della Slesia, perchè favorite dall'esistenza della servitù, delle crisi commerciali, del dispotismo e della falsa religione; invece meno esposte sono l'Italia e la Francia, che trovano una difesa nella grande divisione della proprietà.
La conclusione è perciò nettamente negativa verso il comunismo; invece, piuttosto positiva verso il socialismo. La legge fondamentale del governo essendo la solidarietà di tutti gli individui, ne deriva che fra essi deve esistere la vera mutualità non già la comunione} perchè quest'ultima è e deve essere puramente religiosa: perciò si vede come siano a ritenersi erronei e tirannici quei principi comunisti che da alcuni ai predicano presentemente, siccome veri principi di ottima organizzazione governativa, e come al contrario possono essere giusti e veri, almeno nella loro tendenza, i principi della scuola socialista, che cerca una migliore distribuzione dei prodotti, ed una. maggiore associazione degli interessi dello Stato, perchè appunto in questa migliore distribuzione, ed in questa più universale associazione, stanno i beni veri della mutualità, elemento fondamentale di ogni bene ordinata civile società (II, 447). E questa distinzione illumina molto; l'apprezzamento positivo del socialismo deriva dal fatto che nella coscienza del tempo esso era interessamento filantropico delle classi ricche *) e inoltre questo termine nel Rossi conserva un resto del suo più arcaico significato, quale si trova anche in scrittori italiani dei primi dell'Ottocento,2) di tendenza all'affermazione del valore sodale, in contrasto con taluni indirizzi filosofici a carattere individualista.
Il timore del comunismo è tale nel Rossi che, fino all'accettazione del suo progetto, vuole che il Governo mantenga un assoluto sùuu-quo economicosociale. Guardina!, per l'amor di Dio, sopra ogni altra cosa i Consiglieri del nostro Governo dall'attaccare presentemente in qualunque vi sia modo la individuale proprietà, perchè vi Bono tali uomini fra il popolo, cui non parrebbe vero di poter dire: che questa proprietà non è poi sì stabilita, né si voluta dall'ordine naturale delle cose, da non potersi cangiare ogni qualvolta si arrecasse un vero utile all'universale (II, 21).
Quale sarà il mezzo per sfuggire al pericolo di tali teorie? La risposta di Gabriello Rossi è qui, inizialmente, uguale a quella del Fourier: la classe proletaria è sempre
*) Nella Repubblica romana questa distinzione fra socialismo e comunismo con la relativa accettazione del primo e ripudio del secondo fu sostenuta pure dal deputato Bonaparte che difendendo la tassa proporzionale disse; Non fu detto mai, secondò me, maggiore bestemmia di quella, colla quale s'intese paragonare il socialismo all'aristocrazia, di cui il comunismo sarebbe la democrazia. II socialismo, o colleghi, frutto di uno spirito illuminato di associazione, di amorevole fratellanza, costituisce, riformandola la società, innalza gli uomini e tende a far fruire tutti i materiali. A stabilirlo ogni buon cittadino non deve risparmiare sacrifici che ridondano al bene universale. Il comunismo, invece, cui spetta la legge agraria, la confisca della industria, ecc., distrugge la società dalle radici, e col livello della miseria e dell'ignoranza produce l'abbiezione degli uomini fino a farli strisciare tutti nel sangue e nel fango. I sacrifici per stabilirlo li esigono uomini avidi e demoralizzati: stoltezza o viltà potranno concederli, patriottismo non mail... Tender deve al socialismo... la nostra Repubblica, rifuggendo non mai abbastanza dal comunismo! (Le Assemblee del Risorgimento: fiomo,
IV, pp. 843-4). K .'.
cfr. RODOLFO DE MÀTTEI, La prima apparizione in Italia dei termini socia" tismo e socialisti, in Storia e politica internazionale, 1941, pp. 637-643, che trova usato in tale senso il termine di socialismo, nello scritto di GIACOMO GIULIANI, Vantisocia' lismo confutalo, pubblicato a Vicenza nel 1803.