Rassegna storica del Risorgimento
ROSSI GABRIELLO ; SOCIALISMO
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1948
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186
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186 Armando Salita
maggiore estensione il diritto di petizione e di rimostranze verso il Governo (II, 443) e una Consalta di Stato, nominata dal Governo per aiutarlo nell'amministrazione e nell'esecuzione del potere. Al vertice di questa aristocrazia stali Principe, capo degli ottimati.
Di tale progetto il Rossi cita come precedenti l'organizzazione governativa in atto nello Stato Pontificio prima di Sisto V, la Costituzione di Napoleone console a vita. U richiamo a questi precedenti mostra già con chiarezza come le idee di Rossi siano assai lontane da cnel clima liberale-democratico che nel 1847 si era venato costituendo anche a Roma.
Il terso potere è quello municipale, che sulla scorta del Galeotti e del Foggi l'autore vanta e in cui egli vede il rimedio che forse può salvare ancora l'Italia dai mali immensi che ci minacciano. Il municipio sta allo Stato come gl'individui stanno alla Società e quindi libero e sovrano, meno in quelle cose che la tutela dell'ordine generale e l'opera della scienza governativa vogliono che sicno perdute dal potere municipale per trasportarle nel potere politico (II, 455). Il suo carattere sarà democratico, giacché l'universalità del popolo giudica sempre convenientemente degli .interessi materiali che lo riguardano.
L'armonico contemperarsi di questi tre poteri costituisce l'ottima forma dello Stato, *) che si snoderà organicamente per gradi, dalla famiglia attraverso la parrocchia, il comune, la provincia, la nazione, fino alla Chiesa cattolica od universalità del genere amano. Le degenerazioni di queste forme sono per la monarchia l'autocrazia e la teocrazia, per l'aristocrazia l'oligarchia e la plutocrazia, per la democrazia l'oclocrazia o dispotismo della moltitudine e l'anarchia.
Da questo punto di vista, tutto il travaglio politico dell'età è per il Rossi una deviazione verso l'errore. Il movimento verso la democrazia è dannoso perchè vuole la realizzazione di una parte come se fosse il tutto: né vale opporre la necessità storica o la tendenza generale del secolo, dice il Rossi con evidente polemica verso il Tocqueville, che qui non nomina ma del quale conosce e spesso cita l'opera: a questa loro opinione non posso condiscendere; giacché non credo, né crederò giammai che la democrazia sia la forma di Governo che ci potrà salvare dai mali di cui ora ci lamentiamo; non credo né crederò mai, che l'organizzazione sociale stia nella preponderanza di un solo degli elementi, che debbono costituire il vero Governo; bene anzi hi credo nell'armonico sviluppo e progresso di tutti quanti questi elementi, in conformità della loro essenza, dei loro mezzi naturali, e del loro fine (II, 410). Le lotte recenti in Svizzera ne sono la migliore conferma. Ed essendo la democrazia solo un elemento del governo e non il governo, ne deriva che i mali di essa una volta che presume di essere governo integrale sono eguali a quelli del dispotismo. 3)
1) A titolo di puro e semplice riferimento esteriore, si nota che questa forma di governo misto trovasi auspicata pare in un altro utopista cattolico, ma con ben diversa impostazione sociale (auspicava infatti l'abolizione della proprietà privata), e precisamente l'Abate Tocci: cfr. CANTIMORI. Utopisti..,, pp. 44-5. Più probante è un riaccostamento alle note teorie giovanili del Rosmini, sulle quali cfr. L. BUUTEIUSTTI, Antonio Rosmini nétta Restaurazione, Firenze, Le Monnicr, 1942,
2' Difatti i progetti di con ti tu zio no del democratico demagogo Saint-Just erano per molta parte consimili a quelli immaginati dall'assolutista ed aristocratico Do Maistre; i tentativi del Governo Teocratico del Paraguay avevano grandi rapporti perciò che spetta alla organizzazione sociale, con quelli progettati dai moderni fanatici comunisti (II, 416-7).