Rassegna storica del Risorgimento

GENTILINI ENRICO
anno <1948>   pagina <235>
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TI pensiero sociale del mazziniano Enrico Gentilini 235
ne chiedeva notizie al Moja, tramite il Mazzini 1) che lo rassicurava; 2) nel novem­bre 1845 doveva trovarsi a Dìgione,s) perchè in questa località il Commissario di poli­zia 1 aveva informato dello spionaggio compiuto dal fuoruscito Roberti a danno dei fratelli e il Gentilini s'affrettava a informarne, tramite il Barberis, il Mazzini e gli amici a Parigi; ancora nel giugno 1846 lo troviamo a Digione (sebbene dovesse tuttora vìvere errabondo), dove pubblica, pei tipi del Loireau-Fenchot, un Ravviamento aW Italia, non troppo ammirato dai fratelli. *)
Alla sua penna ai devono pure un volume di ben 385 pagine uscito a Torino (tip. Canfari) nel 1848, Guida del milite,s) l'opuscolo Guerra dogli str acorridori. Guida alla guerra d'insurrezione (citata anche dal Rosselli) edito a Capolago nel 1848, il Riscontro alio scritta intitolato Relazione delle operazioni militati dirette dal generale Sana comandante il primo Corpo (Varinola nel 1348 licenziato da Capolago il 10 gennaio 1849 e il Saggio politicoamministrativo e di organiszazione di Stato (Italia, 1849) licen­ziato il 26 luglio 1849. Secondo il Dossena, seguito dal Faldella, sarebbe ritornato in Italia nel 1858 e ce trovò impiego presso l'Amministrazione delle costruzioni ferroviarie coll'appoggio del Deprctis non ancora Ministro. Moriva lontano dal paese nativo non dimenticato dagli antichi amici che gli furono larghi di soccorso nella sua sventura .
In complesso mediocre figura di patriotta, merita ricordo soprattutto perchè sentì vivissima l'esigenza della giustizia sociale e il suo nome, nella Giovine Italia, può collocarsi, sotto tale profilo, accanto a quelli del Moja che ebbe più fortunata car­riera politica, *) di David Levi assai più noto e di Carlo Bini, d'ingegno superiore a tutti e tre. Se la Guerra e le osservazioni al Bava non spiccano per originalità tra i mannaia della guerra per bande o nelle polemiche risorgimentali (e post-risorgi­mentali) a proposito della condotta militare della prima campagna di indipendenza ') perchè specie il secondo - sia dal punto di vista tecnico-militare, 8) sia da quello politico 9) non denotano particolare acutezza, nel Sàggio politico-amministrativo, pur
9 Protocollo cit., II, 120.
*> li. Et, 101 in data 15 ottobre.
3) Ib. IH, 349-50.
*) Io., 76 (non anderà ai posteri), 99.
5) Lo cita il Manno nella sua bibliografia degli Stati sardi. Quantunque non abbia potato procurarmi il volume, è sicura la paternità del Gentilini in quei mesi occupato a scrivere di cose militari, fautore della guardia nazionale e amico di persone che a Torino seguivano orientamenti analoghi, come il Govean e il Borella.
6) Il Faldella (Op. cit., p, 688) si limita a un professerà di destcstare il principio di proprietà .
7} Vedine prospettate alcune da C. Pischedda, allievo del Pieri, in Nuova rivista storica, gennaio-aprile 1947 (Uazione di Carlo Alberto nelle campagne del 1848-1849).
a) il G. rimprovera al Bava e agli-altri capi dell'esercito la mancanza di un. chiaro piano strategico, di carte geografiche e topografiche, di cultura e di disciplina negli ufficiali, di fermezza nel sovrano; gli errori commessi a Rivoli, il macello dei Toscani, l'incendio dei sobborghi di Milano, la disorganizzazione negli approvvigionamenti che finirono nelle mani degli austrìaci, l'errato criterio nelle nomine dei generali scelti
per anzianità.
9) Le popolazioni divennero tedesche perchè fu scoperto o supposto che le intenzioni di quelli che stavano alla testa oran divenute altre da quelle che in sa le prime eransi mostrato ; il governo provvisorio della Lombardia si fidava della camarilla che stava alla guida del Governo piemontese e cioè di Franzini, Balbo ecc.