Rassegna storica del Risorgimento

GENTILINI ENRICO
anno <1948>   pagina <238>
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238 Luigi Bui/cretti
al riguardo dal Gentilini contro le leve, gli eserdti permanenti e così via a favore di un miglioramento generale della nazione (il anale costituirebbe l'ottimo strumento di difesa qualora s'informi al principio della nazione armata); e se molte altre si limi­tano ad ovvie e consuete osservazioni sull'utilità della statistica, delle ricompense al reale merito, di una polizia proba (mentre il corpo dei carabinieri a che esser dovrebbe il sostegno della pubblica moralità, viene invece ad essere lo sgherrame del potere, l'ino­nesto esecutore dell'arbitrio, la forza del dispotismo, l'odiosa gesuitica spia , p. 48), di un'equa distribuzione di gravami fiscali ( finora fu il povero ebe scontò tutto in prò di chi possiede e vive largamente, p. 53) ostacolata dalle contribuzioni indirette sui generi di consumo specie se di prima necessità e dalle dogane (che segnano i limiti dell'egoismo nazionale; sono le barriere contro l'unità, contro il progresso; e l'assoluti­smo le accarezza per poter dispoticamente esercitare, p. 57)1) anche quando contengono qualche spunto o intuizione rara (per cs., la previsione della navigazione aerea, p, 58); quelle che insistono sull'effettiva plutocrazia vigente sotto l'egida del liberalismo e del liberismo, per la chiarezza della formulazione danno al Gentilini una posizione di vantaggio rispetto a italiani contemporanei che confondevano la democrazia col libe­ralismo: dietro i parlamentari, forse ammaestrato dall'esperienza della monarchia di luglio, egli vede sempre la volontà dei banchieri e dei pochi individui ricchi che speculano con usura sui patrimoni mediocri e sulle braccia del povero .
Unico rimedio efficace all'oligarchia plutocratica la nazionalizzazióne, oggi direm­mo; e il Gentilini con una perifrasi: banco, trasporti, assicurazioni, debbon riunirsi nelle mani del Governo; allora potranno ottenere de' risultati favorevoli a benefizio della generalità (p. 67). Messosi per questa via ne percorre tutte le tappe: fuor di questione le ferrovie perchè come i ponti e le strade appartengono ai ce trasporti 2) e i capitali,3) esce a un dato momento in una significativa affermazione di carattere generale: Ogni uomo si persuada che la cupidigia della industria privata guasta, sconcia e reca danno ad ogni speculazione in essa ponga mano (p. 70). Nessuna meraviglia che a quelle tre attività da nazionalizzare aggiunga i boschi, gli animali oggetto di caccia e pesca e, infine, tutta l'agricoltura. Di fatti mentre pare che si limiti a celebrare i van­taggi dell'associazione nell'agricoltura, nella quale lo smembramento de' fondi o la coltura parziale è il peggiore de' mali , combatte la proprietà privata;
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Infatuati alcuni sono della divisione territoriale, meschino rimedio contro gli acquisti smisurati. Cervelli leggeri che pongono mente solo alle semplici apparenze, senza badare agli effetti, né penetrarsi de* veri interessi. La divisione territoriale è la costituzione dell'egoismo, fomenta le liti, concorre ad aumentare le ricchezze del­l'usura, e spiana la via al concentramento della sostanza prediale.
*) Non hanno maggior importanza le pagine contro il protezionismo, i mono­poli, la privativa dei sali tabacchi e polveri (e imposizioni inquietanti che ricadono sul maggior numero, senza toccare menomamente l'opulento ), sulla posta, sulla carta moneta (o valore), sui biglietti di rendita dello stato, le quali ultime risentono di qualche spunto bancocrutico.
2) La pagina sulle tariffa ferroviarie denota una discreta preparazione nella scienza delle finanze.
J) Non vi è vigilanza sufficiente contro le rapine degli avvoltoi del danaio [sic]. Raggiratori esperti, sanno sacrificare per far maggiormente fruttare, prodigalizzar dieci per rubar cento , mentre te vi dee essere solidarietà fra gli interessi del popolo e del Governo, e questa solidarietà non potraBsi ottenere sinché il Governo non s'inca­richi dell'esecuzione di tutti i lavori pubblici e del prestito ipotecario .