Rassegna storica del Risorgimento
GENTILINI ENRICO
anno
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1948
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pagina
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239
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Il pensiero sodale del mazziniano Enrico Gentilini 239
Se ri dovesse solo considerare la perdita dello spazio, cioè de* fossi di separazione delle mura delle siepi, delle sponde, delle riviere, degli stagni, delle paludi, ecc., sarebbe già abbastanza per colpire la mente la più ordinata; ma si è la perdita di tempo, della mano d'opera, la privazione de* mozzi per bnonificare, per migliorare le razze de* bestiami, per introdurre una coltura più acconcia, più economica, lo svantaggio d'esser costretti a consegnare al terreno semi non troppo convenevoli, a soggettare il terreno ad una coltura non confacevole, a tentare cose impossibili ad intraprendersi in un ristretto poderuccio, avvegnaché ognuno cerchi di raccogliere nella medesima natura di terreno tutti i prodotti che gli abbisognano pel soccorso della pròpria famiglia (pp. 76-7).
H risultato sostanziale del collettivismo agrario (per dargli il suo nome), vantaggi incidentali a parte,l) è che la proprietà territoriale diverrebbe la proprietà di tutti, cioè della nazione, potendo tuttavia il privato trasmetterne il frutto a chi di diritto o a chi bene gli aggrada (p. 79). Non si potrebbe enunciare più chiaramente un ideale socialistico che il Mazzini non aveva mai formulato. Altro che riforma della burocrazia! il Gentilini ha si preso le mosse, come tanti pubblicisti contemporanei, da problemi limitati e da considerazioni piuttosto generiche, ma per nulla generico è l'obbiettivo contro cui batte: L'industria sfrenata promossa dall'ingegno economista [ne], sotto il titolo di libera concorrenza, fa che il maggior capitale tiranneggia i minori, accaparra tutti gli utili del lavoro, e costituisce l'ignominioso feudalismo del denaro (p. 80) ossia, con altre parole, la smoderata avidità industriale diede luogo ad un disordinato commercio, ed impose una politica incostante, dubbiosa. Essa tende a torturare il popolo, a impadronirsi del Governo, a schiacciare il lavoro sotto il peso della ricchezza, protetta dalla classe legalizzata [sic], la quale s'associa per comprimere ed imperare sotto il titolo di libertà . Ignoro quanti italiani avvertissero nel 1849 cosi nettamente che e la società si strappò dal feudalismo della spada per cadere in anello della speculazione, deprecassero l'egoismo [del feudalismo finanziario industriale} che tenta invano di celarsi sotto la maschera di un'ipocrita filantropia e il cuore di questi feudatari [che] è metallizzato ,2) e auspicassero gli operai [cui la società deve pane e lavoro] avranno la certezza del lavoro, il Governo assicurerà loro una esistenza onesta quando le loro braccia saranno spossate dal 1 avoro; perocché, s'è concesso
i) Eccoli: il terreno verrebbe sgombrato dai segni di diffidenza, si acquisterebbe maggior terreno, non 8*arrischierébbe di cader preda de' Vampiri delle piccole sostanze, si economizzerebbe nel lavoro e nel tempo, si distinguerebbe il terreno atto piuttosto ad un seme che ad un altro, e cosi si avrebbe maggior prodotto e migliore; si potrebbe facilmente asciugate le paludi, per cui ne risulterebbe una quantità maggiore.di terreno atto aila produzione, si istigherebbero i campi, ai costrurrebbero argini, si introdurrebbero e ai perfezionerebbero le razze de* bestiami d'ogni sorta; vi sarebbe economia d'utensili, si troverebbe il denaro per accingersi al perfezionamento, ed i profitti sarebbero ossa! maggiori, assicurando a tutti un'esistenza comoda e sicura, eziandio quando ri fosse colto da malanno da non poter proseguire il lavoro; perciocché due braccia più o meno non farebbero difetto in un numero maggiore- Inoltre si risanerebbe il territorio, essendo dà dell'interesse di ratti, le occupazioni si succederebbero senza gran fatica, e ai intraprenderebbero nuove speculazioni, ohe contribuirebbero all'interesse generale (p. 78).
a) La fedo loro non riposa nò sull'onori), né sull'onestà, né sulla giustizia; essa ha per fondamento il monopolio oppressivo, anarchico. Una-.cupidità insaziabile, l'astuzia, le coalizioni, la mola fede,, la frode, costituiscono il loro carattere. Se il dispotismo governativo atterra i generosi, rispetta almeno i ocboli; ma il dispotismo