Rassegna storica del Risorgimento

FUSINATO ARNALDO
anno <1948>   pagina <244>
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UNA LETTERA DI ARNALDO FUS1NATO
Clemente Fusinato spese tutta In sua vita e sofl'rl a lungo perla patria diletta. Di tre anni minore di Arnaldo, è sempre stato in mirabile accordo col fratello. Vissuti in quegli anni in cui tutti gli animi si accendevano di entusiasmo e si elettrizzavano ad ogni minima scintilla, furono compagni indivisibili sui campi di battaglia, nella cospirazione, nell'esilio* Pur nella diversità del temperamento, essi avevano qualche cosa di comune, cioè larghezza di onore, rettitudine di pensiero e di azione e anzittutto intenso amor di patria e brama gagliarda di ridarle indipendenza e dignità. Tutto d'un pezzo, operosissimo, pronto all'azione indomita, tetragono sempre ai colpi di una matrigna natura, egli detestava la dominazione straniera. Fin da studente egli si trovò coinvolto in risse pericolose coi birri austriaci e fece così per tempo la conoscenza del carcere.
Nel '48 i fratelli Fusinato parteciparono con entusiasmo alla prima guerra reden­trice, combattendo a Montebello e sui colli di Vicenza, dove Clemente venne ferito, accorrendo poi l'anno successivo tutti e due alla difesa di Venezia. Nel decennio che seguì, Clemente fu uno dei più pazienti e audaci cospiratori, continuando da Chiog-gia a Venezia, dove si era successivamente trasferito, la lotta sorda e sottile contro i soprusi dell'Austria. Dopo Villafranca, che escludeva dalla redenzione i Veneti, più fitta doveva farsi la rete della cospirazione. Egli divenne anzi l'anima dei comitati segreti e delle più audaci congiure che gli dovevano fruttare lunghi anni di carcere. Le fila di quella vasta rete mettevano capo a Venezia ed a Padova: avevano per centro di corrispondenza Castelfranco, dove vivevano Arnaldo e la moglie Erminia Fuà ed operavano audacemente in quest'opera segreta irta di pericoli, mentre il fratello Cle­mente era attivissimo a Venezia; costui tutto nervi e fierezza, fu malcauto e delle sue imprudenze dovette pagarne il fio.
Arrestato nel dicembre '62, veniva con altri imprigionato nel forte di S. Gior­gio, dove doveva rimanere fino al marzo '64. 11 processo si protrasse per ben dodici mesi e nel dicembre '63 egli venne condannato per crimine di alto tradimento contro la forza armata dello stato a 16 anni di carcere duro. Appellandosi entro gU otto giorni concessigli, alla Corte suprema di Vienna, attese tre mesi la nuova sentenza, che do­veva essere di assoluzione.
La lettera di Arnaldo Fusinato all'aw. Bullo di Verona che qui si pubblica e che fa porte degli autografi dell'accademia degli Agiati di Rovereto, è stata appunto scritta poco dopo la presentazione del ricorso alla prima sentenza. Per quanto il fra­tello avesse fiducia nell esito dello stesso, egli credette pure opportuno ricorrere, per suggerimento del Dr. Bressanin, amicissimo di entrambi i fratelli Fusinato, ad un noto ed apprezzato professionista veronese per pregarlo di interporre i suoi buoni uffici in nome suo presso certo padre Giuseppe, un frate che in quell'epoca faceva molto del bene a Verona, e che a quanto pare otteneva anche di essere ascoltato dall'au­torità militare austriaca, per metterlo al corrente dell'ingiustizia commessa dal Tri­bunale di I istanza in confronto di Clemente, nella certezza che egli non avrebbe rifiatato il suo valido patrocinio ad un innocente, per ottenere quella riparazione che la coscienza di un giudice probo e illuminato non può rifiutare. Ecco la Ietterai
Indirizzo sulla busta: Sgn. Sante Dr. Bullo
Via quattro Spade, Verona. Cmtdjranca, li 11-1, '64.
Egregio Signor Avvocato, Un improvviso incomodo cito mi costrinse per nari giorni a letto* ni ancora mi con* emù Vtisctrc di casa, mi obbliga mio malgrado ad affidare allo scritto quella pratica con-fidanziate ch'io dovevo personalmente eseguirei ma che protratta pia o lungo.potrebbe an­dare perduta.