Rassegna storica del Risorgimento

BUTTINI TERESA
anno <1948>   pagina <246>
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Pietro Pedrotti
amico il Dr. Roberti di Bussano, pare conservata fra gli autografi dall'Accademia degli Agiati* prova la gioia dei familiari por quella lieta notizia:
Castelfranco li 13-11, '64, ore 2 pom. Ottimo amico,
Jn questo momento ne giunge la bella e insperata notizia che U nostro Clemente fu rilasciato libero con un non consta venuto da Vienna
Potete immaginare la nostra allegrezza che non vogliamo tardare a partecipare agli
amici nostri più cari, fra i quali a buon diritto voi avete una piazza. Arnaldo vi bacia e
vi saluta., con amicizia verace vostra
Erminia F.
P. S. Abbiate la compiacenza di comunicare la notizia al Sign. Caffo. Addio, Arnaldo parte subito per salutare il fratello. Penso di partire aneli1 io con esso, torneremo mercoledì.
Per quanto tutti, dopo tale insperata liberazione, consigliassero Clemente ad emigrare, egli non volle lasciare Venezia, ringoiandosi nelle pieghe di una nuova con­giura; di nuovo arrestato, passò così di nuovo nella carceri di S. Giorgio poi in quelle di polizia, fino ai primi di febbraio del '65. Prosciolto dopo sette mesi, lasciava il Ve­neto per arruolarsi nelle file di Garibaldi combattendo valorosamente a Bczzeca in vai di Ledro. Ma la sua fibra era indebolita e il suo carattere già tanto instabile, lo era divenuto ancor più per le angosci e provate in quegli anni terribili. Così quel prode campione della patria non ha potuto raccogliere il frutto delle sue fatiche, giacché i segni dell'alienazione mentale si fecero sempre più manifesti. Trasportato nel di­cembre del '66, a Firenze, dove si trovava il fratello, fu tra lo strazio dei congiunti rin­chiuso in un manicomio, protraendo la sua infelice esistenza fino al giugno del *67, anno in cui si spense per venir tumulato nel cimitero di S. Miniato.
PIETRO PEDBOTTX