Rassegna storica del Risorgimento
MONDAINI GENNARO
anno
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1948
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pagina
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265
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Libri e perioditi 265
Le scritture della Segreteria di Stato degli Affari Esteri del Regno di Sardegna, a cura di RUGGERO MOSCATI; (ludici dell'Archivio storico del Ministero degli Affari Esteri, I); Roma, Tipografia riservata del Ministero degli Affari Esteri, 1947, in 8. p. 134. S. p.
Come è risaputo da una ristretta cerchia di studiosi, l'Archivio Storico del Mìni-stero degli Esteri possiede un ricco patrimonio documentario comprendente fondi anteriori e posteriori al 1861. Ma, benché in questi ultimi tempi si noti un certo risveglio di ricerche sulla politica estera piemontese e italiana, e, specialmente e giustamente, su quest'ultima, quel patrimonio è lungi dall'essere sfruttato e valorizzato, come la sua importanza meriterebbe.
n volume di Indici che vede ora la luce, a cura di Ruggero Moscati, Direttore di quell'Archivio, ha, fra l'altro e prima di ogni altra cosa, il merito di richiamare l'attenzione sull'esistenza di questo speciale Istituto e sulle soddisfazioni che gli studiosi possono attendersi accedendo ad esso.
La pubblicazione, che è la prima di una Serie, ha lo scopo di inventariare le scritture attinenti affa Reale Segreteria, poi Ministero degli Affari Esteri del Regno di Sardegna, tuttora conservate nell'Archivio Storico del Ministero. Tali scritture costituiscono, è vero, un fondo marginale rispetto al grosso della documentazione relativa alla politica estera sabauda nei secoli XVIII e XIX (documentazione che ha la sua sede naturale nell'Archivio di Stato di Torino), ma esse hanno un'importanza non trascurabile e, spesso, primaria (ad es.: per la parte relativa al personale, all'ordinamento del Ministero, ai disegni di legge in materia diplomatica).
L'inventario non è soltanto una minuta e fredda elencazione ad uso degli specialisti, ma è corredato spesso da avvertenze e da annotazioni, che, dettate da una fine sensibilità archivistica e senza per nulla staccarsi dal rigore scientifico, avvantaggiano la consultazione, evitando falsi entusiasmi o invitando direttamente alle fonti, a seconda dei casi.
Precede una larga (oltre 40 pagine) e interessante introduzione che, con ricchezza di notizie e, talvolta, di curiosità, traccia la storia dell'ordinamento del Ministero dalle origini fino al 1860, e commenta le più importanti leggi e istituzioni della materia diplomatico-consolare. Sono pagine che meritano di essere conosciute e che, da un punto di vista storico-giuridico, colmano in parte una lacuna: esse, infatti, portano un contributo alla conoscenza della storia della pubblica amministrazione, storia che, per il periodo pre e postunitario, gioverebbe meglio studiare dato che, ancora oggi, fa principalmente capo al Trattato di Diritto Amministrativo dell'Orlando.
Il Moscati si è pòi preoccupato di completare la sua non lieve fatica con un indice accuratamente redatto dei nomi di persona. Complementi del genere è difficile trovare, per Io meno nelle compilazioni archivistiche italiane. Quanta ne sia l'utilità è per tutti evidente. Ed anche per questo la pubblicazione del Moscati va lodata e tenuta ad esempio. ENZO PISCITELLI
ERNESTO ComCNOtiA, Illuministi, Giansenisti e Giacobini nclVJuilìa del Settecento', Firenze, La Nuova Italia editrice, 1947, in 8. L. 650.
La nostra storiografia sul giansenismo si dibatte ancora tra due tendenze estreme, cioè tra quella che vede in CBSO un largo fenomeno politico-democratico, il quale avrebbe improntato di si tutte lo forze progressive e rivoluzionarie dell'ultimo settecento protendendo la sua azione costruttivo anche nel pruno cinquantennio del secolo XIX; e quella invece che ne considera unicamente il carattere teologico-religioso e nega al moto ogni potere di contributo alla formazione dello spirito moderno.
Niuna meraviglia pertanto se, dopo un quarantennio, di studi, si hanno tuttora sull'argomento concetti oltremodo generici e imprecisi e se si continuano ad agitar