Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno <1917>   pagina <721>
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Il governo napoletano e la lega italiana nel marzo e aprile 1848 721
onde salvarsi dall'imminente pericolo e :eonoÌiai quelle islitn- zioni dovute all'alta loro mente ed alla generosità dei loro cuori, e, che potranno veramente- felicitare i loro popoli.... ti rendersi soli-doli gli uni degli altri è il mezzo di farsi forte.,. Conoscendosi W fermo, volere dei Principi di sostenersi scambievolmente nel ragio­ne nevole sviluppo delle sì larghe accordate ritorme, ciò riunirebbe in sol fascio il partito moderato ìMpale, se è sempre il più nume- roso, è y più delle volte il pln' timido... Già che più di tutto può condurre a tale fine è di venire i popoli persuasi della buona fede e sincerità dei governanti. L'opinione pubblica è talmente unanime intorno a questa lega che viene considerata come la vera prova di * questa sincerità e buona fede; ed allorquando -si vedrà che i Prìn- eipi italiani stanno fra loro trattando veramente e sinceramente non solo della loro indipendenza, ma degli interessi commerciali della penisola, è da credere che. ponendo nei governi quella fiducia, che oggi con qualche stento s'accorda loro, ì popoli s'acquieteranno, e lasceranno ai sovrani e ai loro ministri quel tempo indispensa- bile per ben maturare degli accordi di tanto rilievo e consolidare dall'altra parte le cose interne .* La lega tra i principi italiani in difesa delle istituzioni e dell'indipendenza era dunque desiderata dal Ludolf con maggiore risetvatezzar ma non con minor calore dell'altro diplomatico napoletano.
Certo avrebbe riscosso più unanime consenso di entusiasmo e presso i contemporanei e presso i posteri la conclusione immediata di una lega offensiva contro l'Austria e xsuoi satelliti in Italia, anziché l'alleanza difensiva pura e semplice voluta dal' iPoufceflee;. ::ma,.;a parte il grave ostacolo derivante dalla difficilissima posizione in cui gì sa­rebbe trovato il Capo della Chiesa in caso di guerra con l'Austria, gli eventi posteriori giustificano pienamente le riserve del governo napoletano di fronte all'intento presto dimostrato da Carlo Alberto di trasformare la lega difensiva in offensiva*.
Può anche considerarsi come una limitazione ai pieno ed aperto consenso dato dal Gabinetto di Napoli alla4}ga, la. preferenza mani­festata dal Serracapriola nelle istruzioni al'étffeo per l'unione doga* naie) anziché poUHGarsiììo scopo di eccitare meno i sospetti dei vicini. Ma è un fatto che, inentee il governo toscano dava prova della sua sincera volontà di concludere un'alleanza, e inviava all'uopo i suoi rappresentanti a Roma, Napoli e Torino, e quello napoletano, passando subito nel campo elei fatti, chiedeva con quali mezzi s'intendesse di
i lindo i Cwtì, Il P: 18 roarao Ì84S (fecio 418).