Rassegna storica del Risorgimento

MONDAINI GENNARO
anno <1948>   pagina <269>
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Libri e periodici 269
amministrativa sia economica sia di qualunque altra specie per aumentare la e forza relativa del singolo alato nel mutevole giuoco dell'equilibrio europeo.
U volumetto del Fslzonc costituisco in ogni modo un prezioso vademecum per òJuunque avesse bisogno di dati, di notizie, di indicazioni bibliografiche sull'argomento in questione. WjJ- ' HÌ- jfc - SILVIO FUHLANI
P. LEODEGARIO PICANYOL, P. Domenico Maurino Buccelli; Roma, Tipografia Con­sorzio Nazionale, 1943, in 8, pp. 150. S. p.
Pregevole monografia, che ha lo scopo lodevole di mettere in luce la nobile figura del padre Buccelli delle Scuole Pie (1777-1842), il cui nome in Italia, purtroppo, è quasi ignorato.
In Carcarc. nel 1817, sei o sette anni prima che, per legge di Stato, venisse fatto qualcosa di simile in Piemonte, egli ideò la cosi detta scuola intermedia, un corso cioè di lingua nazionale tra le classi elementari e il ginnasio. In essa era assolutamente vietato di occuparsi dell'insegnamento del latino; era concesso, al massimo, di trattarne verso la fine dell'anno scolastico, ma in formo piuttosto indiretta. La lingua materna vi era insegnata gradualmente, per mezzo di dialoghi; le regole anziché essere imposte o apprese materialmente, dovevano in un certo qual modo essere formate dagli alunni che le mandavano a mano a mano a memoria come una propria creazione. Gli esercizi erano variati di continuo, tutti avendo di mira il diletto e nel contempo lo sviluppo intellettuale e morale del fanciullo. Il metodo innovatore da lui seguito egli espose nella Ragion della lingua, uscita ai primi di dicembre del 1824. In essa, con una perspicuità ammirevole per quegli anni, si ricerca la ragione della parola, del pensiero e dell'atto. Il libro trovò subito consensi e appoggi nelle coscienze illuminate: tra gli altri ne diede mi giudizio assai lusinghiero il Lombruschini nella sua Guida dell'edu­catore, annoverando tale grammatica singolare tra le pedagogiche o socratiche le quali, all'opposto delle e dommatiche o espositive eccitano lo scolaro e ce lo aiutano ad esercitare attivamente l'intelletto e ad addestrarsi nell'analisi, madre del sapere . Ma cosi non la pensavano i governanti retrivi del tempo: di fatto nel 1827 il libro venne proibito dal ministro Antonio Brignolc Sale perchè vi si contenevano (nientemeno!) massime contro la fede e massime tendenti ad insinuare ne' teneri allievi la disubbe-dsenza e l'insubordinazione ai Maggiori, ai Genitori, al Governo. Una seconda edizione fu però permessa nel 1883, alquanto rimaneggiata: essa porta a mo' di prefazione una lettera d'encomio di Monsignor Charvaz, istitutore dei Principi Reali.
Oltre l'opera citata il Buccelli pubblicò due grammatiche per l'insegnamento del latino, parecchi opuscoli a carattere religioso-educativo e introduzioni e pre­fazioni ai saggi accademici dati dagli allievi delle scuole di Cercare alla chiusura delle lezioni, di cui alcuni interessantissimi, concernenti, ad esempio, l'esercizio del comporre, l'emulazione negli scolari, il modo di provocare in essi l'invenzione, e cosi via
Fn in intima corrispondenza epistolare con il Cherubini e con il Girard, ma, per disavventura, il suo carteggio con questi due illustri pedagogisti è andato perduto, come son andate perdute oltre lettere preziose, per gli argomenti trattati, dirette a dotti del suo tempo, a maestri, a scolari. Anche molte opere manoscritte (parecchie tragedie e numerosi lavori d'indole didattica) non si sa dove siano andate a finire; vane, sinora, son state le ricerche, diligeulissime, dcll'A.
Sarebbe buona cosa che, sulla scorta delle memorie che ci restano del Buccelli, delle quali l'A. da ampie e precise notizie, qualche compotente volenteroso mettesse in chiaro rilievo i meriti propriamente pedagogici di questo insigne scolopo, che nella storia dell'educazione dei nostro ottocento occupa senza dubbio un posto onorevole. MARINO CIRAVECNA
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