Rassegna storica del Risorgimento

MONDAINI GENNARO
anno <1948>   pagina <272>
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272 Libri e periodici
Così, ad esempio, dall'imputazione a carico di Francesco Antonio Finto ai apprende che costai era in rapporti epistolari con repubblicani di Napoli e di Rapone (Basili­cata) (pag. 135); da quella di Giovanni Cicala che costai, subalterno della R. Udienza di Matera, si allontanò dal suo ufficio e passò a Taranto alle dipendenze di quella muni­cipalità in qualità di scrivano (pag. 139); e che in Basilicata si distinse Vincenzo Conti da Gelatone il quale era... nei primi tempi della rivoluzione governatore della Terra di Muro in Basilicata.
Dal Notamcnto dei Rei di Stato si ricavano inoltre indirettamente utili noti­zie sogli scambi commerciali tra le diverse provincie del regno e si apprende che diversi naturali di Mottola depredarono, dorante i torbidi rivoluzionari alcuni * commercianti di Vignala (Fattuale Pignola di Basilicata) che si erano recati in Mottola per affari commerciali (pngg. 120, 171, 303).
Opera veramente encomiabile quella del Vacca: l'autore, accintosi al lavoro con una vasta e profonda conoscenza della storia del suo paese, ha metodicamente esplo­rato tatti gli archivi ecclesiastici e municipali, statali e privati delle tre provincie di Terra d'Otranto ed ha posto in essere una fonte veramente indispensabile per chi voglia trattare del risorgimento meridionale. TOMMASO PEDIO
MASINO PABENTI, Manzoni e gli altri; Milano, Cebes, 1946, in 16, pp. 210. L. 200.
MABCO RAMPEBTI, Manzoni redivivo; Torino, Edizioni Palatine, [s. a. ma 1946], in in 16, pp. 74. L. 100.
Al culto di Alessandro Manzoni Marino Parenti ha dedicato opere non dimcnti-cabili di sicura informazione, di singolare buon gusto. Il volumetto recente, senza grandi pretese, dimessamente e dignitosamnte insieme, arreca agli studi manzoniani una nota sua particolare: c'è Parenti col suo metodo, col suo stile, colla sua umanità. Difatti alla notizia erudita, sempre nuova ed interessante, s'accompagna un giudizio critico di profonda intuizione, un pensiero, una riflessione morale che-rivela la saggezza umana e cristiana dell'Autore.
Ce un'immagine di maniera del Manzoni fanciullo, poco rispondente al reale, che ha molto pesato e pesa sulla figura del Manzoni fanciullo e sul suo soggiorno a Merate presso il collegio dei Padri Somaschi. Senonché il Manzoni non fu quel fanciullo pigro, tardivo e musone che quella certa maniera l'ha fatto immaginare, e i suoi anni di Merate, nella disciplina d'un collegio ecclesiastico, non furono anni di reclusione per quel ragazzo o di mortificazione alla personalità nascente del Manzoni. Si legga nel Parenti, su notizie e documenti, per lo più sconosciuti e inconfutabili, una difesa dei maestri somaschi del Manzoni, difesa già fatta dal Manzoni stesso, con testimonianze numerose, per ritrattare l'apostrofe dei troppo famosi versi alludenti al sozzo oidi di mercenario armento che gli era uscita in un momento di crisi di coscienza e per compiacere alla moda del tempo, in uno scatto dì intemperanza settaria assai poco manzoniana.
Riservatìnsimo per natura, alieno sempre da nuove e rapide amicizie, il Manzoni, raggiunta la fama e con questa i fastidi di una popolarità tanto grande, dovette avvici­nare un'infinità di nomini, cosi diversi tra loro di indole e di pensiero ma tutti animati da uguale interesse e ammirazione por un uomo di quella statura morale. Tutti avreb­bero volato col Manzoni uno scambio di idee, un incontro di anime, ma questi, schivo di confidenze, si manteneva impenetrabile, e quello che oggi chiameremmo interviste restavano, per lo più, scambi di cortesie formali, condite solo da quella urbanità, pur dignitosa e contenuta, di signore vero di Alessandro Manzoni. Con Vincenzo Gioberti, che si incontrò due volto col Manzoni, questi fa pero ancor più riservato che di con­sueto, ed il Gioberti, dolentissimo, ne riportò e non dimonticò la netta sensazione di