Rassegna storica del Risorgimento

MONDAINI GENNARO
anno <1948>   pagina <273>
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Libri e periodici 273
distanza e di gelo di quei colloqui, sensazione che neanche la cortesia abituale del Man-toni era riuscita ad addolcire. L'incomunicabilità di questi due spaiti è strana, e si legge quindi con interesso quanto il Parenti, documenta tissirao, scrive sulla visita del Gioberti al Manzoni. Certo avevano due temperamenti diversissimi e, sotto certi aspetti, opposti ma non poteva essere questo il motivo esclusivo per un uomo della equanimità del Manzoni, e, d'altra parte, i due incontri avvennero prima che il Gioberti nella sua non sempre nobile polemica avesse attaccato il Rosmini col quale il Manzoni si sentiva solidale. In questi incontri senza simpatia c'è un po' di quel dramma intimo che afflisse il Gioberti, uomo che inconsapevolmente, fatalmente sapeva procurarsi più nemici che amici, e dramma che fece di quest'uomo, nonostante il fascino delle sue idee e della sua prosa, un uomo solo.
Per Giuseppe Aurelio Costanzo, al contrario, provò il Manzoni simpatia e dei suoi versi dette un giudizio sincero e benevolo.
Per un gustoso aneddoto, che il Parenti sa trarre dall'oblio, sappiamo come il Manzoni scrìvesse di suo pugno il finale dell'attore Fieramosca. Così attraverso altri aneddoti, documenti e notizie il Parenti ci fa la storia delle peripezie non lievi del Man­zoni editore del suo romanzo con le illustrazioni del Goniu ammirabile suo tradut­tore, che dovettero servire ad evitare, nel campo editoriale le contraffazioni dei Promessi che si nioltipUcavano con una rapidità impressionante.
Indubbi furon sempre anche alla polizia austriaca i sentimenti di italianità del Manzoni, ancorché la sua prudenza istintiva e diligentissima, il suo riserbo costante l'avessero tenuto in disparte da quegli ambienti dove attivamente si cospirava e si lavorava per l'indipendenza d'Italia; onde qualche attivista ebbe a considerarlo, per questa sua astensione dalla vita politica, se non ostile, indifferente. La primavera europea del '48 trovò questo ultrasessantenne partecipe, come sempre, di tutte le aspi­razioni, di tutti gli ideali, della civiltà nuova di tutto un popolo: questa volta tale par­tecipazione è patente e più viva che mai, Manzoni sembra per un momento, in quell'ora di speranze sublimi, non esser più il Manzoni di sempre e la sua partecipazione al Risorgimento diventa quasi attira. Si legga quanto di interessante in proposito ha saputo scrivere il Parenti in questo gustoso volumetto.
Diverso libro e diverso stile è quello del Ramperti. Marco Ramperti, polemista, ha scritto un'opera di polemica e l'ha scritta in uno stato d'animo di scetticismo, di critica talora acre e cattiva, che se è comprensibile nell'Autore, turba non poco la lettura di un libretto che ha pure intuizioni geniali e pagine attraenti.
È un manifesto per un ritorno al Manzoni, per una crociata di risurrezione nella bontà col Manzoni. Manzoni può ancora essere maestro e il popolo nostro oggi forse più che mai ha bisogno di lui, di una sua parola di comprensione umana, di pietà. Le forze antimanzoniane in Italia sono state sempre poderosissime e su questo terreno comune di lotta, come nota il Ramperti, Carducci s'incontra con D'Annunzio, con Da Verona, con Mussolini. È quasi una grande coalizione antimanzoniana il cui successo mette in luce alcuni punti della storia spirituale della nostra generazione, delle sue pratiche determinazioni. È bello che questo riconosca il Ramperti, anche se è strano che nel magistero del Manzoni propugni questa crociata di bontà e faccia poi del Manzoni, un nevropatico, un anormale, quasi un affetto da una forma larvale d'epi­lessia. Aspetti negativi del Manzoni uomo, il più equilibrato, il più sereno, il più pacato di tutti gli scrittori; aspetti sui quali il Ramperti ha calcato eccessivamente la mano, falsando, senza dubbio, le tinte del quadro, indulgendo troppo a quel vezzo del chiaroscuro, che è di tanti letterati.
Giova, comunque, vedere come da vie diverse si cerchi il Manzoni, come dopo le delusioni degli errori, alla scuola d'un maestro vero, perennemente giovane e vivo e attuale, si cerchi al di sopra di tutto un punto d'incontro. Punto d'incontro agli italiani divisi, alla umanità. FRANCESCO DURANTI