Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno
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1917
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pagina
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724
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im
Gf. Paladino
Usa esione del Granduca era ritentila sicura: dubbia appariva invece-dopo la comunicazione del Ludolf- quella del governo sardo. E infatti, se in un primo momento il Palazzuolo, rispondendo alla nota del Serracapriola, ebbe la magra soddisfazione di annunziare che i nuovi ministri di Carlo Alberto, Balbo e Pareto, si etano mostrati lieti del proposito di S. M. napoletana; -tre giorni dopo, avendo ricevuta la nota del Cariati, ed avendone data comunicazione al Pareto, questi si riserbò di fargli conoscere le idee, elle il governo di cui faceva parte aveva sull'argomento.1
Quali esse fossero il Cariati non tardò a saperlo, prima che dal Palazzuolo, da un rapporto del Grifeo assai importante, pubblicato dal Bianchi, che non lo intese come di dovere. Alludo al dispaccio in data 19 marzo riportato dallo storico della diplomazia europea in Italia fra i documenti del quinto volume, e da lui severamente giudicato.2 In esso il Grifeo, dopo aver discorso dell'intento di Carlo Alberto di mutare la lega da difensiva in offensiva, allo scopo di ottenere l'aiuto degli altri principi italiani per la conquista della Lombardia e dopo avere accennato al disegno del Granduca di ampliare i suoi Stati coi ducati di Modena e Parma in modo da formare un nuovo Regno di Etruria, osservava che tante cose non si potrebbero ottenere se non con, -una guerra sanguinosa e difficile, e con la partecipazione ad essa del ie delle Due Sicilie. E poiché per quest'ultimo non si affacciava nessuna speranza di nuovi territori da conquistare (della Sardegna non si parla piò), mentre le forse, che Ferdinatbdo II dovrebbe inviare contro l'Austria, gli sarebbero necessarie per sottomettere la Sicilia ribelle, il Grifeo veniva nella giusta conclusione che non si potesse stabilire una lega offensiva * senza che in un congresso di diplomatici dei quattro sovrani italiani non fosse pria discussa, e, dopo averne ben maturato le utilità e i pericoli, sene fossero stabilite di comune accordo le basi .
Il diplomatico napoletano non respingeva dunque fy priori l'idea della lega offensiva, ma voleva che se ne discutesse prima con calma, e si stabilissero bene i sacrifizi e i vantaggi che ognuno doveva aspettarsene. Potremmo in coscienza dargli torto ? Né va considerato come un progetto diabolico la lega difensiva tra MapoU, Firenze e Benna, da lui proposta in quella stessa circostanza, lega che il Bianchi vuole far apparire come diretta a paralizzare i nobili intenti, che animavano
1 Palaazuoto al Caduti, 21 o 21 marzo 1848. (Ivi), * BIANCHI. V, 14M: