Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno <1917>   pagina <728>
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Cf. Paladino
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Ma a Torino si pensava diversamente. Nel Consiglio dei ministri tenutosi colà il 23 marzo, il giorno stesso in cui le truppe di Carlo Alberto entravano nella Lombardia, si decise di inviare a Napoli ìi conte di Rignon per domandare dei soccorsi, senza far nulla di ciò chela più elementare previdenza avrebbe suggerito, per ottenere l'aiuto morale, oltre che materiale, di Ferdinando II, anzi tenendo, verso quel sovrano, un atteggiamento che pareva escogitato apposta per disgu­starsene l'animo, invece di predisporselo in senso favorevole. Infatti il Pareto all'inviato napoletano, che gli chiedeva un riscontro alla circolare Cariati del 15 marzo, rispose che non voleva sentir par­lare di congresso, e che intendeva rimandare ogni cosa a dopo la guerra, quando nella lega entrerebbe forse un gran numero di popoli, i cui interessi dovrebbero prendersi in seria considerazione, e che eserciterebbero forse grande influenza sui destini ed anche sulla poli­tica dell'intera penisola .' Queste parole disse, tra l'altro, il ministro di Carlo Alberto al principe di Palazzuolo: quale triste efietlo esse producessero sull'animo di re Ferdinando sì può facilmente immagi­nare! Ed infatti a quali popoli intendevasi alludere*? Evidentemente ai Lombardi, ai Veneti, ai Modenesi, ai Parmensi, liberi ormai dai governi cheli opprimevano; e forse anche, poiché nessuna riserva si faceva in proposito, ai Siciliani ribelli al Borbone. Ora se si pensa da una parte, che nessuno di quei popoli poteva divenir suddito del re delle Due Sicilie, e cbe invece tutti propendevano a sottomettersi a Carlo Alberto; e dall'altra che i Siciliani non avrebbero potuto parte­cipare ad una lega, se non a condizione di essere riconosciuti indi­pendenti; è lecito domandarsi come mai il governo napoletano e il re innanzi tutti potessero dare un passo cosi grave come la rottura im­mediata delle ostilità contro l'Austria, quando erano certi di non rica­varne alcun vantaggio, e v'erano molte probabilità per essi di veder sedere nella futura dieta, accanto ai proprii, i rappresentanti di una parte dello Stato ribelle al legittimo sovrano. Senza alcun dùbbio la politica del Ministero piemontese fu in quella circoslanpt tutt'altro che avveduta 1
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Le trattative per la lega erano ben lontane dal giungere in porto quando, alla notizia che gli Austriaci avevano sgombrata la Lombar­dia, che Venezia era ridivenuta libera repubblica, e che Carlo Alberto
i pataaoio al Cariati,.86 maialo 148 (fceìò 4185).