Rassegna storica del Risorgimento
TORELLI LUIGI
anno
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1949
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pagina
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18
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Emilia Morèlli
fece pubblicare la sua Difesa contro un'accusa ufficiale* se deve ammettere che nella realtà quel giornaletto fu abbastanza fedele al titolo di Cronaca ha scrìtto tuttavia: ce al titolo di Cronaca aggiunse quello di Così la penso ; titolo che fa, come suol dirsi, a pugni con quello di Cronaca. La mia idea nel proporre una Cronaca era stata quella di creare un campo neutrale, ove potessero convenire quanti amavano la liberazione d'Italia, senza distinzione di partito. La Cronaca essendo la nuda e pura esposizione de* fatti, esclude l'idea del come uno la pensi . *) Ancora più gravi e personali sono le parole che scriverà nelle Memorie: Era il De Boni allora 'giovine di non comune ingegno e non scriveva male, ma impastato di vanità, se avesse intitolato il suo giornaletto che poi erano piccoli libriccini la Cronaca senz'altro si sarebbe detto, l'ha presa dal tal libro; volle battezzarla come gli suggerì proprio la sua vanità, sappia VItalia come la pensa il Sig. De Boni.... s'andrebbe errati se si credesse che fu scevra d'esagerazioni, ma qualcosa fece anch'essa. Sentiamo livore antimazziniano quando il Torelli, modesto sempre nel valutare se stesso, ritiene, invece, che fosse 'proprio il suo scritto elogiativo del cardinale Gaisruck a dare ce un'aria d'imparzialità alla Cronaca col ridicolo titolo del Cosi la penso.
Le strade che percorrevano i due scrittori erano ancora abbastanza vicine nel 1846-47; sono già assai lontane nel 1853; saranno opposte nel 1884. E che allora fossero vicine è dimostrato dall'opuscolo del De Boni, I popoli e i governi d'Italia nel principio del 1847. 2) L'ideale unitario è vivo e presente nel mazziniano, ma egli è alla ricerca di quei temperamenti che possano portare a quel fine per vie diverse da quelle rivoluzionarie: per questo confuta, sul loro terreno, le teorie federalistiche. Il De Boni sente nel Torelli un'aspirazione all'unità e poca speranza nella sua realizza rione: ritiene giusta l'idea dei compensi da concedere alle ex capitali. Per questi compensi, però, trova una soluzione assai più inattuabile di quella pensata dal Nostro, .il quale si limitava a concessioni di complessi amministrativi od economici: ce Dove era un principe si potrà mettere, a cagion d'esempio, un Governatore triennale, o di maggiore durata il quale rappresenti con qualche sontuosità il potere dello Stato. s)
Accordo pieno, invece, sulla valutazione della dominazione austriaca e sulla necessità di espellerla; sulla felicità con la quale gli abitanti di Modena e di Parma accoglierebbero l'allontanamento dei loro duchi; sulla importanza di non invocare soccorsi stranieri; sul valore del sentimento nazionale e dell'opinione pubblica.
H De Boni critica nettamente la divisione tripartita dell'Italia, cara al Torelli a Si oppone a chi vuol comporta in tre parti, che la parte media.o centrale se è débole sarà soggetta a uno dei due vicini e farà troppo preponderar la bilancia dal lato dove ella si volgerà; se forte tenderà ad allargarsi o da una parte o dall'altra,' e quindi farà nascere continue discordie, dietro le quali la parte avrà ricorso ad alleanze straniare" al solito, e ci tornerà al collo un nuovo giogo o francese o tedesco o inglese, un giogo o meno pesante, piùo meno dorato, ma sempre un gioco. *)
Il De Boni, mentre ammette la possibilità che Borboni e Savoia poss ano prendere le anni contro l'Austria, ritiene che ce difficilmente assai, non domandati con quella voce imperiosa che talvolta sanno alzare i popoli, verrebbero spontanei a concedere
*) Pensieri sull'Italia, ed. 1853, p. 199.
2) 7 popoli e i governi dy Italia nei principio del 1847. Considerazioni di un solitario; Losanna, 1847 [di FILIPPO DB Bomj.
3) F. DE BONI, op. eh, p. 137.
*) F. DB BONI, op. cit,, pp. 140-141,