Rassegna storica del Risorgimento
TORELLI LUIGI
anno
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1949
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pagina
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19
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Rileggendo i Pensieri sull'Italia di un Anonimo lombardo 19
un regime costituzionale. 1) Mentre nei Pensieri noi possiamo leggere tra le righe, ma non troviamo chiaramente espressa, la fiducia che il Piemonte possa essere l'iniziatore della guerra liberatrice, il De Boni, che scrive nel 1847, pur dichiarandosi disposto a seguire anche Pio IX o Ferdinando II se a loro piacesse por mano alla redenzione d'Italia, termina con un appello al Re di Sardegna, che par di nuovo indicare a Carlo Alberto quella terza via che gli additava sedici anni prima il Mazzini
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Se le considerazioni fatte sin qui possono illuminare sulle fonti del pensiero torelliano e sulla sua originalità rispetto ai contemporanei, è finalmente tempo che ci soffermiamo sul solo scrittore che, a quel che sappiamo, ha citato e fatto in qualche modo suo il pensiero dellMnonzmo lombardo: Michelangelo Castelli nei suoi Saggi sull'opinione politica moderata in Italia, editi nel 184-7. La impostazione stessa del volume* che dà grande peso allo sviluppo dell'opinione pubblica come forza rigeneratrice, spiega l'accordo esistente fra i due pensatori. Il Castelli, passando in rivista la letteratura moderata, dopo i nomi di Pellico, Gioberti, Balbo, Azeglio, Galeotti e Durando pone gli Anonimi lombardi 2) che nel trattare delle condizioni della propria provincia spinsero lo sguardo sullo stato generale dell'Italia, e ne trassero utili considerazioni. 3) L'orizzonte abbracciato dal Castelli è assai più vasto: in lui sono preoccupazioni internazionali ignote al Torelli; la visione balbiana viene modificata, ma esiste sempre quella viva cosciènza politica che caratterizza tutti gli scrittori piemontesi Se col Nostro afferma che l'avvenire <t può, e deve dipendere da noi *) propone a lo studio delle istituzioni, e della politica estera, e specialmente di Francia purché a vivo mantengasi il pensiero della nostra nazionalità. s) Fermo nell'idea prima della necessità dell'indipendenza definisce ce ogni intervento straniero, da qualsiasi parte venga, come gravissima calamità , 6) e lo fa non tanto, come vuole il Torelli, per ragioni morali, ma piuttosto per dimostrare che possono bastare all'impresa, sotto la guida dell'esercito nazionale e indipendente che già esiste, quello piemontese, gli altri di Napoli e di Roma (non dimentichiamo che il Castelli scrive dopo l'elezione di Pio IX ed a riforme già bene avviate). Infatti, pensa di dover riconoscere il bene, anche se compiuto dall'Austria, cosa che, come sappiamo, il Lombardo non ammetteva.
i) F. DB BONI, op. cit., pi 142.
-) Dobbiamo confessate di non essere riusciti ad individuare l'altro Lombardo al quale si riferisce il Castelli e del quale riporta un solo breve brano a p. 18. Non si riferisce, comunque né alla Belgioioso, né al Correnti. Forse potrebbe essere lo stesso Torelli. Ma non abbiamo potuto consultare le Letture di famiglia, dove uscirono articoli
del Nostro.
a) MICHELANGELO CASTELLI, Saggi sull'Opinione politica moderata in Italia; Italia, 1847, p. 58. Il Torelli scriverà infatti, nel 1853, che il suo intento primo era stato quello di far conoscere le reali condizioni del Lombardo-Veneto. Se non che spiace-vami di comparire avanti al pubblico, unicamente come narratore di turpitudini, ed allora, soprattutto perchè dissentiva completamente con alcuni fra i principali scrittori sopra un punto cardinalissimo, sopra la questione del Papa deciac di voler dire la fsua] opinione, e così ebbe origine il [suo] libro. Pensieri, ed. 1853, pp. vm-DC.
4) M. CASTELLI, op. cit.j p. 37.
5) M. CASTELLI, op, cit., p. 36.
6) M. CASTELLI, op. cit., p. 65.