Rassegna storica del Risorgimento
TORELLI LUIGI
anno
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1949
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pagina
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20
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20 Emilia Moretti
Pieno accordo fra i due scrittori traspare, invece, in quelle parole del Castelli ohe assegnano all'opinione pubblica il ce doppio ufficio or di stimolo, or d'aiuto ai principi nostri. *) Vediamo, infatti, che, all'inizio del capitolo in cui tratta della forza di quella e delle sue possibilità, la manchette è tratta dai Pensieri e il Nostro è di nnovo citato per avallare la sua affermazione sul valore morale di un esercito italiano nei confronti di quello austriaco, per dimostrare che gli Italiani non sono indifferenti in politica, ma solo ammalati di ignoranza e di paura, per indicare fra i mezzi di rinascita morale, la partecipazione alle cariche municipali, che dimostrerebbero l'esistenza di uomini disposti a sacrificarsi gratuitamente per il bene comune. Ed anche se non è indicato precisamente, sentiamo presente il Torelli quando il Castelli afferma il valore enorme della stampa e propone <c un solo giornale o rassegna periodica, che si potesse dire nel vero senso italiana, cui concorressero dalle varie parti d'Italia, e dall'estero, tanti illustri e valorosi suoi figli.2)
Nella parte, invece, più. strettamente politica, o, meglio, nel tracciare le possibilità future italiane, il Castelli resta ancorato al Balbo, e, come questo, consideral'indipendenza primo pensiero di ogni italiano,3) dalla quale è lecito trarre fondamento della più certa speranza di ogni miglioramento politico-civile, e non vuole ammettere il binomio indipendenza-libertà, disdicevole a chi vuole l'aiuto dei principi. E, come il Balbo, non propone di mutare i confini degli Stati italiani e non considera solo mezzo la guerra poiché i mezzi i quali possono dare l'indipendenza prima, e la nazionalità dopo sono l'educazione il consolidamento dell'opinione progressiva moderata la stampa gli ordini civili, o politici, e forte generosa costituzione degli eserciti e. delle milizie nazionali.4) Il fulcro del suo disegno è il Piemonte; per il Torelli, invece, i tre Stati da lui ideati hanno presso a poco lo stesso valore e uno qualsiasi di essi può essere l'iniziatore dell'impresa, anche se ammette come più preparato il Regno di Sardegna.
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Al termine di questa rassegna ci pare di poter confermare come elementi essenziali del pensiero torchiano la sua precisa valutazione dell'Austria e della situazione interna del LombardoVeneto, la sua presa di posizione contro il potere temporale, il suo insistere sulla necessità di una preparazione morale estesa a tutta la penisola. Con il Torelli ci ritroviamo su quella stessa linea lungo la quale si muoveva in quegli anni un altro suddito austriaco, cui il destino serbava alto e drammatico compito nel biennio eroico e fortunoso del '48-*49, Daniele Manin. E le parole pronunciate da quest'ultimo al IX Congresso degli Scienziati, nel settembre 1847 a Venezia, sono l'ideale conferma di questa identità di spiriti: Non è inopportuno e potrebbe riuscire fruttuoso rammentare ai Veneziani d'oggi, con severe parole, che per un popolo non v'ha più brutto vizio né nocivo della viltà, e che con esso un popolo non può né degnamente vivere, nò in sue sventure essere compianto, né mantenere sua indipendenza, nò perduta ricuperarla.
J) M. CASTELLI, op. eit.t p. 184.
2) M. CASTELLI, op. cit p. 101.
3) M. CASTELLI, op. cit.., p, 106. *) M. CASTELLI, OD. cit p. 107.