Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA ROMANA (1849) ; MOSTRE
anno <1949>   pagina <28>
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Famto Forisi
C. Armellini, una relazione di Luigi Coccanarì sulla seduta dell'Assemblea del 30 giu­gno, il sonetto a Manara di C. E. Muzzarclli, un ordine di Federico Pescai!tini (in data 14 aprile) perchè si faccia giungere a Roma un ufficiale che reca dispacci importanti da Parigi, una lettera del 30 aprile di Filippo Tornnboni, ardente di entusiasmo repub­blicano e di odio contro il Papa che a per ri tornare alla sua tirannia, benedice chi scanna i suoi figliuoli. Baro esempio di cristiana pietà. Tra i volumi manoscritti, anch'essi del Musco Centrale del Risorgimento, Bono alcune inedite cronache reazionarie, tra le quali quella di Nicola Roncalli, che non è stata ancora pubblicata nella sua interezza. Niente vale ad illustrare la storia, la natura, gli aspetti della Repubblica quanto l'ampia serie dei manifesti esposti e provenienti per la maggior parte dall'Archivio di Stato. Tra le righe di proclami e di appelli, dietro la calda retorica mazziniana si rico­nosce la situazione reale della Repubblica con le sue insufficienze e le insuperabili e insuperate difficoltà; vi si riconosce l'indifferenza popolare posteriore al 30 aprile (i proclami che invocano l'aiuto dei cittadini, quelli del 22 giugno, quello del 30, si sus­seguono senza gli elogi dei cittadini accorsi); vi si intuisce lo sforzo del governo perchè i repubblicani non si macchino di delitti comuni ed i colpevoli siano puniti (si veda l'energica lettera dei triumviri a Garibaldi, liberatore degli assassini di Ancona, in data 26 giugno; le decisioni dei Triumviri e il proclama di Avezzana dell'8 maggio). Tra i manifesti più interessanti sono le proteste contro l'invasione francese da parte di Municipi, Circoli e Comandi della Guardia Nazionale, che riaffermano la loro fedeltà alla Repubblica, un mese prima della sua caduta. Sono i documenti coi quali Mazzini volle provare la popolarità del suo regime; ad essi il Demarco ]) ha dato una importanza forse eccessiva, poiché le autorità municipali erano state rielette l'I 1 marzo in clima repubblicano ed i vari Circoli popolari, che si autoproclamavano interpreti del volere del popolo, erano compromessi con la rivoluzione e legati alla sua sorte.
Tra i difensori numerosi erano gli artisti, italiani e stranieri; molti erano stati attratti ed entusiasmati dalla pittoresca figura di Garibaldi: sotto il suo comando, sotto quello di Medici e di Manara, si batterono artisti eroi come Nino Costa, Gerolamo In-duno, deuterio Pagliano. Molte loro tele arricchiscono la Mostra. Nel registro dell'Ospe­dale Fatebencfratelli, leggiamo sotto la data 22 giugno 1849: Induno Gerolamo di Marco di anni 23 di Milano -1 Batt. I Comp - Batt. di Medici - Pittore - Nubile -Parti U 18 luglio 1849.
Tra i disegni, notevole valore hanno quelli del Fleissner (uccisione di P. Rossi, assalto al Quirinale, proclamazione della Repubblica...) del Lorusso, del Bonella, che li inserì nel suo diario.
Tra i cimeli è il panciotto di Ciceruacchio (sulla stoffa ricorrela scritta: L'Italia farà da sé - Lo disse Pio il Grande), la Bandiera del Battaglione Universitario (con­servata con cura da Filippo Zamboni, fu da questi offerta nel 1872 a Garibaldi e* per consiglio del nizzardo, consegnata nel 1876 al Comune di Roma, che la donò al Museo Centrale del Risorgimento), la spada di Garibaldi, l'uniforme del generale Roselli.
La prima parte della Mostra tendo ad introdurre e nello stesso tempo ad illumi­nare il nucleo centralo della Mostra stessa. Questa prima parte fa perno sulla figura di Pio IX, il preparatore;e oppositore della Rivoluzione romana. Ne fu il preparatore sia conia cosciente volontà di mutare uno stato di cose insostenibile perchè ingiusto, di
0 D. DEMARCO, Una rivoluzione sociale. La Repubblica Romana 4d 1849; Napoli, 1944, pp. 189-197..