Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA ROMANA (1849) ; MOSTRE
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1949
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La Mostra storica della Repubblica Romana del 1849 29
por fine al disordine amministrativo, finanziarlo e giudiziario del ano Stato, alla soggezione degli Stati italiani di fronte all'Austria, dominatrice diretta di terre italiane, sia con la debolezza di fronte al moto che tendeva a trascinarlo là dove egli non voleva e non poteva come Pontefice giungere, ma dove intendevano condurlo con diverso intento neoguelfi e mazziniani. La Mostra, attraverso stampe e cimeli, testimonia quel delirio neoguelfo che Pio IX da un lato provocò, dall'altro subì; l'amnistia diede il via all'apparire di una moltitudine di stampe allegoriche e fazzoletti esaltanti il gesto del Pontefice; vi figurano carcerati che vedono rotte le loro catene, che tornano tra i loro cari, cne ringraziano ginocchioni il Papa. L'atto di clemenza appare riprodotto in ogni guisa sn stampe e sa fazzoletti ( Per ogni dove leggevasi Patto sublime, estollevasi al cielo il Pontefice ed il nome suo ripetevasi per mille e mille bocche, accompagnato dalle lodi, dalle benedizioni e dalle manifestazioni di liete speranze *)) e l'Italia... credette che la rivoluzione, insieme ai prigionieri politici, usciva dalle carceri, e si assideva santificata nel Vaticano.2) Man mano poi le stampe assumono un tono sempre più compromettente: ora il Papa guida il carro del progresso e diffonde perii mondo gli immortali principi dell'89, ora benedice la guerra all'Austria, l'Italia che postasi l'elmo di Scipio muove a combattere lo straniero. Appare in oneste stampe un Pio IX quale in realtà egli non fu, ma quale i liberali vollero che fosse o almeno apparisse: il Giulio II del XIX secolo.
Il Pio LX fittizio delle stampe ritorna nei proclami e nei bollettini di guerra: è un Papa che bandisce una crociata nazionale, è un Papa che dà valore religioso a un contrasto politico, un Papa irreale, che ha una realtà solo in quanto risponde al desiderio dei liberali italiani II Papa vero scompare; in primo piano è l'azione dei susseguentesi governi costituzionali che fanno, o tentano di fare, una politica francamente nazionale e liberale; dietro quei governi è però un Pontefice che non pnò seguirli fino in fondo; che, come Pontefice, deve assumere posizioni diverse, che quelle posizioni riafferma, con maggiore energia, il 29 aprile.
Due bei disegni del Flcissner illustrano il crollo del tentativo operato da Pellegrino Bossi di colmare la frattura esistente tra la posizione di Pio IX e quella dei suoi ministri: rappresentano l'uccisione del Rossi e l'assalto al Quirinale. Pio IX sente che, per salvaguardare la sua indipendenza di Capo della Chiesa Universale, deve abbandonare fioma. I dispacci, esposti alla mostra, del conto De Liedekerke, ambasciatore d'Olanda, rivelano la perplessità di uomini di moderato sentire di fronte alla fuga del Papa. Tale fuga sgomenta e disorienta i Romani: pochi osano gioirne. La rivoluzione, nata dal malcontento sociale e politico dei sudditi pontifici, guidata da demagoghi, capaci di distruggere, non di costruire, privi come erano di un concreto e coerente programma politico, si lascia ora guidare da un gruppo di uomini, anzi da un nomo, il Mazzini, che ha un programma chiaro e semplice, e la volontà di realizzarlo: Unità e Repubblica, per volontà del Popolo, espressa attraverso la Costituente.
Il carattere assunto dalia difesa della Repubblica circondò questa di un indefinito olone patriottico: essa apparve come l'ultimo e culminante episodio della rivoluzione liberale e nazionale italiana del 1848. Ma so realmente alla sua difesa concorsero uomini di vario pensiero politico, amanti dell'Italia prima che di un particolare regime politico-sociale, certamente la Repubblica Romana del '49 costituì lo sforzo
J) G. SPADA, Storia della Rivoluzione di Homo; Firenze, 1868, voi. I, p. 55. 3) B. MutACMA, Storia della Rivoluzione romana-, Genova, 1850, p. 3.