Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno
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1917
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pagina
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733
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Il governo napoletano e la lega italiana nel mareo e aprile 184 733-
avviate alla frontiera. E infine il Granduca, la cui adesione al Congresso era tenuta per sicura, e che aveva del pari chiesto un aiuto armato,1 manifestò che, in conformità delle istruzioni date al marchese di Laiatico nelT inviarlo a Roma, egli intendeva, come Carlo Alberto, rimandare ogni trattativa a guerra finita, e soltanto chiese che si pubblicasse la lega come conclusa in massima. * Bel modo di salvale la situazione, facendo apparire esistente un accordo che non v' era ! Alle altre difficoltà che inceppavano i movimenti del governo napoletano si aggiunsero poi le rimostranze del gabinetto britannico- Patto curioso davvero! Nel momento in cui principi e popoli della penisola avrebbero dovuto stringersi con vincoli ben saldi per lanciar contro lo straniero tutte le forze di cui disponevano, il veleno della discordia ne paralizzava i movimenti. Per giunta le ambizioni e le rivalità delle potenze europee impedivano ad esse di fare per la eausa italiana quello, che ì liberali e i patrioti se ne sarebbero aspettato. Ma tant'è; la realtà delle cose era quella, e sarebbe strano pretenderla diversa, È logico e doveroso però attribuire le responsabilità a chi toccano, e non riversarle tutte sul capo di re Ferdinando e sul governo napoletano, che, pur dibattendosi fra enormi difficoltà interne, politiche, economiche, militari, fecero tutto quel che poterono per dare il proprio contributo alTimpresa nazionale.
1 ìSota del Lenzoni, rappresentante toscano in Napoli, al Cariati, 1 aprile: 1848. (l'ascio 4185).
a Grìfeo al Cariali, 9 marzo 1848 (Ivi).
3 In seguito alle spiegazioni chieste dal Papier, il governo napoletano, con nota circolare del 4 aprile (Fascio 4187), domandò se il Gabinetto britannico avesse chiesti schiarimenti agli altri governi italiani circa l'invio delle truppe e dei volontari! verso la Lombardia, e il passaggio delle truppe piemontesi oltre il alleino. Esistono le risposte del Ludolf da Boma (6 aprile) e del Grifeo da Firenze (7 aprile), nelle quali si assicurava ohe nessuna nota era stata rimessa in proposito a quei governi, e nessun passo s'era fatto a Torino. Ora se il Gabinetto inglese-Io avesse fatto, o lo farebbe soltanto in Kapoll, crederei - diceva il Grileo - non Ingranarmi che ciò fosse pel timore che S. M. il Ee, inviando numerose truppe In Lombardia, e mostrandosi premuroso, ad accorrere in difesa e in sostegno della italiana indipendenza, potesse ispirare simpatia al Siciliani, e cosi questi, obliando le vertenze, riunirsi tosto alla M. 8., cosa ch'io ho sempre sospettato non piacesse au*InghlIterraU Realmente U ministro britannico a Torino dette le assicurazioni le più formali che l'Inghilterra sarebbe rimasta neutrale nel conflitto, ed avrebbe rispettato i diritti degl'Italiani alla loro indipendenza, purché avessero combattuto essi soli sema soccorso di stranieri. (Kota Bignon al Dragonetti, 28 aprile 1848). Ma per EFapoU o per Ferdinando II era tnlfaltra cosa.