Rassegna storica del Risorgimento

PIEMONTE ; MOTI 1821 ; SANTA ROSA, PIETRO DE ROSSI DI
anno <1949>   pagina <38>
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38 Marino Ciravagna
specie nello sventare le mene dell'Austria, die* prova di salda fermezza e di dignità di carattere. ') Ben colti sono invece gli atteggiamenti degli uomini mediocri e meschini che malamente influirono sulle decisioni del Sovrano, quali il Vidua, buono ed onesto, ma lento, esitante, perennemente indeciso, il quale nelle numerose e talvolta ardue mansioni affidategli fu solo d'incaglio rendendo così necessaria la sua sostituzione; il Bulgarelli, di limitata intelligenza, ignorantissimo soprattutto in materia di economia e di finanze* e peraltro ostinato nei propri preconcetti e nei propri falli, il conte di Roburcnt, devotissimo alla Casa Reale, ma rigidamente ligio agli antichi ordinamenti, al quale si deve in gran parte far risalire la colpa del disgraziato decreto del 21 maggio 1821, che scavò un abisso tra il passato e il presente.
Esatto pure è l'apprezzamento che fa il De Rossi di Prospero Balbo, di cui mette in rilievo l'aperta intelligenza, l'ampia e nutrita cultura e i fervidi intendimenti di restaurare appieno le vecchie istituzioni.
E giustamente è d'avviso (contrariamente alle opinioni degli insorti, tra cui il cugino Santorre) che il Balbo non potè salvare il paese non per incapacità o per inav­vedutezza o perchè abbia cercato di transigere abilmente per farsi strada a maggiori benefizi , *) ma unicamente perchè non fu ascoltato, anzi fu di continuo attraversato nel cercar rimedio alle improntitudini che si apparecchiavano a Corte.3)
La storia della rivoluzione piemontese rimase incompiuta. I quattro fogli bianchi acclusi al manoscritto testimoniano che era intenzione dell'autore di proseguirla; ma probàbilmente egli troncò il lavoro perchè si avvide che l'argomento scelto, forse per suggerimento di amici, non rispondeva alle tendenze della sua anima romantica, impa­ziente di azione ed agitata da nobili e calde passioni. Il rivolgimento subalpino era certo un fatto degnissimo di esaltazione; ma non vi campeggiavano quegli uomini meravigliosi e di così straordinaria vita che a riguardarli ne viene tutta un'età dichia­rata . *) Il suo interesse era, allora, precipuamente rivolto all'indagine del medioevo italiano ove riscontrava tante immagini gagliarde e vigorose che si proponeva, secondo l'indole dei tempi, di far rivivere, rivestendoli coi bei colori della fantasia -Ne nacquero così, pochi anni dopo, le Scene Isteriche del Medioevo d'Italia, che ebbero presso il pubblico largo e lusinghiero consenso.
E non è da escludere che già sin d'allora egli meditasse quel Tumulto dei Ciompi, più volte interrotto per varie vicende personali, che rimase l'opera sua migliore: ai di nostri del tatto dimenticata, ma meritevole di esser ripresa in esame, non solo per
1) Vedi del COGNASSO, oltre il volume citato, il saggio Piemonte e Italia, in Pro­blemi storici e orientamenti storiografici. Raccolta di studi a cura di ETTOBE ROTA (Como, 1942). Vedi pure, passim, di A. SEGHE, Vittorio Emanuele I (Paravia, Torino, 1930). L'attività riformatrice del Re e i suoi intendimenti politici devono essere riveduti e ristudiati in base a nuove ricerche. (Notevole, al proposito, l'articolo di L. BULFE-BETTÌ, La restaurazione in Italia negli studi dell'ultimo ventennio, in Rivista storica italiana del 31 dicembre 1940).
2) Lo rivoluzione francese nel '21 di SANTOBBB SANTAHOSA, p. 87, versione italiana a cura del Luzio (Paravia, Torino, 1920).
3) Vedi, sul BALBO, in particolare, per questo -periodo, E. PASSAMONM, Pro­spero Balbo e la rivoluzione del '21 in Piemonte (Torino, Bocca, 1923).
*) Sono sue parole, nella prefazione alle Scene Isteriche, pubblicate anonime a Milano nel 1835 e in seconda edizione, nello stesso anno, a Torino, presso l'editore Fontana.