Rassegna storica del Risorgimento

TORINO ; CONGRESSI DEGLI SCIENZIATI
anno <1949>   pagina <47>
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Relazione inedita sulla riunione degli scienziati, ecc. 47
Egli è ben noto oggidì quale primo raccoglitore su vasta scala dei relitti della civiltà faraonica, i quali ceduti per gran parte al Piemonte portarono alla fonda­none del R. Museo di Antichità di Torino: il primo Museo egittologia sorto nel mondo. E sulla base dello studio del suo Corpo epistolare, noi ci avochiamo il merito di averlo additato quale poderoso, infaticabile e felice banditore, per venticinque anni, della civiltà latina in terra d'Africa, soprattutto quale maggior consigliere di Mohammed AH, dopo avergli salvato il regno nel 1807 e amico fraterno di Ibrahim-Pascià. Non per nulla fu chiamato il Giuseppe del novello faraone: fulgida gloria balzata da quella rigogliosa ceppala di grandi uomini che fu il Piemonte nel secolo scorso.l)
Concessa all'amicizia l'affermazione di un affettuoso risentimento, attenuato se non placato dalla prospettiva di una prossima visita del Drovetti tanto auspicata, il Bertalazzone appare manifestamente premuto dal desiderio di dare all'amico fra­terno una primizia, di ragguagliarlo cioè sulla Riunione torinese dei dotti, pur ma giunta al termine e riuscita, in complesso, gradita al suo. cuore di Italiano ( quoique il y ait eu des choses que je n'approuve pas absolument).
Invero, scopo ufficialmente dichiarato di tali annuali congressi era quello di por­tare alla libera e pubblica discussione le risultanze degli studi e delle esperienze dei singoli intervenuti per il maggiore incremento della scienza; l'abate Baruffi profes­sore di Fisica e Matematica nell'Ateneo torinese ed arguto scrittore nel rapporto di cronaca della Riunione di Torino disse: ce è appunto dall'urto delle opinioni che ben sovente spunta il vero.2) Ma, non meno fervidamente perseguito, sebbene mante­nuto per solito cautamente nell'ombra, era pure l'intento di avvicinare, di affratellare gli scienziati delle varie regioni della Penisola per giungere alla sua unificazione poli­tica. E la folla dei cittadini si compiaceva pur essa; nel succitato rapporto del Baruffi vien detto che durante la Riunione torinese la città ebbe l'aspetto di una festa con­tinua e si auspica che anche i filosofi, i letterati e gli artisti si adunino a congresso.
Si comprende, perciò, facilmente come le relazioni ufficiali di queste Riunioni siano più o meno addomesticate, si riducano essenzialmente ad aride esposizioni tecni­che: studiate, sorvegliate e redatte con criteri che si ispirano soprattutto alle opportu­nità del momento storico, di solito sfrondate di tutti quegli speciali elementi che han dato effettivamente colore e calore alle adunanze. E se avviene che alcune di tali rela­zioni diano anche il passo a qualche volo lirico od enfatico come, per l'appunto, quelle della Riunione di Torino esso si limita al ringraziamento ai governanti per
!) Lo studio dell'Archivio mi ha consentito altresì di porre in luce il grande fer­vore d'opera spiegato in quella storica contrada ed in altre regioni d'Africa durante i regni di Mohammed Ali e di Ibrahinv-Pascià da una vera falange di altri labo­riosi ed arditi connazionali (molti finora non ricordati) tanto modesti operai, arti­giani e professionisti, quanto personalità consacrate alla fama parecchi dei quali vi fecero olocausto della vita (vedi p. e.: G. MAURO, Un drammatico episodio della spedizione di Ismailr-Pascià al Sonnar, negli Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino, 1932).
2) G. F. BARUFFI, Pellegrinazioni autunnali ed Opuscoli, volumi due, Torino,
1840-1843.
Ho sott'occhio tre lettere del Baruffi, delle quali due ho già pubblicate ed illu­strate (vedi nota 5 della pag. 44), una tuttora inedita: dirette a B. Drovetti, contengono tutte anche cenno al comune amico Pietro Giordani, il grande stilista ed esteta. Una magnifica lettera del Giordani figura pure nell'Archivio drovettiauo.