Rassegna storica del Risorgimento

TORINO ; CONGRESSI DEGLI SCIENZIATI
anno <1949>   pagina <48>
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Giovanni MOTTO
l'ospitalità, o, altrimenti, si mantiene prudentemente sulle generali, per non suscitare diffidenze o dare adito a sospetti. Tanto per esemplificare ricordiamo che negli atti della Riunione di Lucca nel 1843 non si fa accenno di sorta all'evocazione del Grifa, fra gli applausi dell'assemblea, degli <t orrendi patimenti nello Spielberg; ondagli venne immediatamente espulso dal congresso e dal ducato.
Per contro, le relazioni private, sui congressi in genere, sogliono essere più impres-sioniste. Sebbene stringate per lo più in brevi tratti, sovente si soffermano compia--centemente sulle sfumature, insistono sui particolari più toccanti, rivelano complessi ideo-affe trivi dei singoli congressisti e dell'accolta nell'insieme. Ne viene che rivestono pregio ed attrattive singolari: palesando retroscena ignorati determinanti particolari fatti, riuscendo più ghiotte, parlando più efficacemente al sentimento e ponendo, soprattutto, più schiettamente sott'occhio il verace svolgimento dei lavori e gli scopi più o meno reconditi ottenuti. Tutto questo viene mirabilmente conseguito nella lettera del Bertalazzone.
Altrove ho avuto occasione di scrivere: a Come il Piemonte, tutte le regioni
d'Italia offrono ininterrottamente fulgidi dati che dimostrano unità di vedute lette rarie, scientifiche, artistiche, nonché civili e politiche, anche quando gli stranieri cercarono di fare dei naturali legami geofisici quali fiumi e rilievi montuosi elementi di separazione fra le varie parti della Penisola:
Una d'arme, di lìngua, d'altare. Di memorie, di sangue e di cor.
Lo attestano le Riunioni degli scienziati italiani rinnovantesi per parecchi anni, dal 1839 al 1847. La prima, a Pisa, fu resa famosa della lirica satirica di Giuseppe Giusti. Esse adunavano a spontaneo congresso, in sentita fraternità spirituale, scien­ziati di ogni parte d'Italia e cessarono soltanto quando intervenne il divieto dei governi appunto perchè rivelavano troppo palese il sentimento della fratellanza italiana e Io cementavano. *)
Ecco perchè il buon patriota Bertalazzone dopo aver modestamente affer­mato di aver seguito regolarmente la Riunione moins pour apprendre quelque chose, car à mon age on n'apprend plus rien, mais pour voir quel esprit animait certe assem­blée vraiment italienne scrive: Le comte de Saluces a prèside dignement et avec adresse à cette réunion qui convait le feu sona la cendre; il s'en est acquitté avec esprit. Di tanto egli trova la documentazione anche nel conferimento del collare della SS. Annunziata ad Alessandro Saluzzo di Monesiglio: già preconizzato in Pisa a pre­siedere la Riunione torinese quale Presidente perpetuo della Reale Accademia delle Scienze di Torino. All'apertura del congresso Alessandro Saluzzo aveva sciolto un vibrato inno alla grandezza d'Italia, a cosi ricca di sublimi ingegni, così gloriosa per gli scientifici istituti che fino da remoti secoli vi si formarono. Nessuna cosa manca all'Italia perchè ella tenga altissimo luogo fra le più illuminate, e per ogni genere di sapere più illustri nazioni. Ed il segretario generale della Riunione, prof. Gene, si compiaceva scrivere nella propria relazione: ce Era bello, era spettacolo pieno di signifi­cazione il veder muovere a stuoli verso Torino, con un unico fratellevole intento, quanti
') G. MAURO, Il primato della razza italiana: confronti di morfologia, biologia, antropogeografia e di civiltà, con 76 tavole fuori testo, Milano, Messina, 1940.