Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D'
anno
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1949
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pagina
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59
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Massimo d'Azeglio tra palcoscenico e platea 59
dalle I. R. censure pone, largamente, la data di composizione delle Autopsie tra il 1833-1834 e la scomparsa della dominazione austrìaca in Lombardia. Ma è possibile, in realtà, giungere a una maggiore precisazione. Il ritratto di Gregorio XVI può limitate ancora a mezzo il 1846 il terminus ad quem, che la menzione di don Carlos e di un prestito a suo favore, l'altra delle scuole laiche per i bambini, oggetto allora di fiere polemiche, e quel che si dice delle ferrovie (tenuto conto che, anche se la scena non è m Piemonte, le vicende piemontesi sono presenti allo spìrito dell'autore) collocano dopo il 1838-1839. Se, poi, nel Tesotti ex rifugiato, spia dell'Austria, promotore della Ferdinandea, possiamo arrischiarci a identificare quell'Attilio Par tesotti, le cui malefatte di spia a danno del Mazzini furono scoperte solo dopo la morte, avvenuta a Parigi nel settembre 1844, la commedia potrebbe essere stata scritta tra la fine di quest'anno e il maggio del 1846, prima, cioè, della morte di Gregorio XVI, forse durante una delle ultime lunghe soste della Lega Lombarda. TL fallimento delle cospirazioni e dei tentativi rivoluzionari del 1843-1844, è, probabilmente, tra i motivi che hanno spinto l'Azeglio ad abbozzare le Autopsie. Ma, insoddisfatto della politica verniciata di letteratura, preferì compiere opera più efficace, diretta e decisa. E ne vennero, come sappiamo, il colloquio in casa Piermarini (la Malpierini delle Autopsie ?), il viaggio di Romagna, l'intervista con Carlo Alberto-e Gli ultimi casi
De Le autopsie,, trascurate sinora da quanti hanno messo le mani nell'archivio aze-gliano, non esiste alcun segno che si sia mai pensato a darle in luce. Il molto scrupoloso Matteo Ricci, le cui forbici s'erano esercitate sui Miei ricordi e sulle lettere del suocero, non poteva essere favorevole all'idea di far conoscere quest'altra prova della scanzonata indipendenza di giudizio di lui. E il Vaccalluzzo e gli altri che si sono recati a studiare le carte dell'Azeglio a Macerata non si sono accorti, probabilmente, del modesto fascicolo, che, se non aggiunge gran che alla fama dell'Azeglio scrittore, è tuttavia, buona testimonianza dell'ultima fase di quella crisi che muterà il pittore e romanziere della Disfida e del Niccolò nel popolare pamphlétaire degli Ultimi casi, nell'autorevole teorico della Proposta1).
ALBERTO M. GHISALBERTI
3) TJn altro accenno all'interessamento dell'Azeglio per le cose di teatro si ho in una sua lettera del 20 ottobre 1858, conservata nella Biblioteca civica di Biella. In essa ai scusa di non poter dare la sua opinione su un libretto di ballo, che deve giudicare come membro della Commissione teatrale. Ma, se il ballo ha già avuto successo altrove,. aggiunge, piacerà anche a Torino.