Rassegna storica del Risorgimento
TERAMO ; TRIPOTI LUIGI ; GARIBALDINI
anno
<
1949
>
pagina
<
66
>
66 Libri e periodici
Indubbiamente l'opera del Consalvi, tutta improntata ad un realismo antipassa* tuta, moderata, equanime e concilia li va, benché incompresa, giovò alla distensione di tanti problemi tormentosi che avrebbero altrimenti messo in serio pericolo la stabilità dello Stato, ma si deve pur convenire (e in ciò sta il limite della sua personali tu di politico) che gli mancò la chiara visione della realtà del suo tempo: soprattutto egli non comprese nella loro portata gli intenti dello spirito nazionale. Avrei desiderato che su questo argomento, che era ben degno, VA. si fosse diffuso più particolarmente, tanto più che i documenti numerosi che egli riporta in appendice gliene porgevano il destro. Vi è, tra gli altri, una lettera interessantissima del Consalvi a Monsignor Leardi del 9 settembre 1820 in cui il Segretaria di Stato dimostra come sia assurda e ridicola, anzi a mostruosa l'idea costituzionale e come i principi fondamentali di un governo costituzionale applicati al governo della Chiesa possano divenire principi.di eresia. Nelle istruzioni per il plenipotenziario pontificio al Congresso di Verona è detto, poi, fra l'altro, che nel governo di Roma si hanno tali garanzie istituzionali che offrono garanzie assai maggiori di quelle che possa dare una Consulta di Stato organizzata come quella che si è istituita nel Regno di Napoli e che non vi è Stato né vi può essere governo che presenti consiglieri di Stato tanto sublimi di grado, e di virtù, tonto forniti di esperienza e di tanto lustro, e decoro, quanto gli E."1' Cardinali di Santa Chiesa . D'altra parte non può essere consentito (vi si aggiunge) che si imponga a Sua Santità l'obbligo di non promulgare alcuna legge senza aver prima avuto il parere del suo Consiglio e di dover enunciare tal cosa nelle sue leggi. Alla sublime idea del Romano Pontefice, che è l'immagine viva di Dio ed esercita le veci di Gesù Cristo sopra tutta la Chiesa ripugna ogni vincolo che volesse porsi alla Sua suprema Autorità , la quale procede unicamente da Dio e imprime a tutto ciò che da Lui emana un sacro carattere che ispira reverenza e sottomissione . Si è per tutte codeste esplicite affermazioni che il far risalire, come tenta il Petrocchi con indubbia acuta dialettica, al Cardinal*Consalvi l'origine del moto neoguelfo lascia alquanto perplessi. Avrei pure desiderato dall'A. un'analisi psicologica più approfondita e una più sastenuta vigoria di stile; ma tutto ciò, sia ben inteso, nulla toglie al valore della nobile fatica del Petrocchi, che con questo e con il precedente volume ha portato alla storiografia critica sull'età della Restaurazione un validissimo contributo. .
MARINO CIBAVEGNA
"ANTONIO QGACQUARELLI, La ricostruzione dello Stato Pontificio. Con una memoriti inedita su 12 mìo secondo Ministero del Card. Pacca; Firenze, Macrì, 1945, in 8, pp. 206. Lire 400.
Dare un giudizio di valore su questo libro del Q. è difficile, perchè solo chi conosce assai bene l'argomento è in grado di farne una esposizione criticostorica veramente soddisfacente. E le inesattezze in cui incorre il Q. lasciano perplessi. Intanto non si doveva stendere uno studio su la ricostruzione dello Stato Pontificio senza avere prima accoratamente investigato le condizioni politiche ed economiche dello Stato della Chiesa avanti la rivoluzione francese* ed i mutamenti ad esse condizioni apportate dalla dominazione napoleonica, e solo dopo aver del tutto messe a foco tali condizioni ci si poteva accingere ad uno studio sistematico delle Istruzioni rimesse al Ri varala nel moggio 1814 e dell'azione amministrativa e politica da questi svolto prima del ritorno del Consalvi da Vienna. Manca inoltre in questo libro una soddisfacente articolazione delle diverse politiche ; che si contendevano il campo agli inizi della Restaurazione romana (e la relazione del cardinale Pacca sul suo pro-segretariato, edita qui per la prima volta, ne poteva offrire una ottima occasione) e sull'azione del cardinale Consalvi in questi meri che stava lontano da Roma. Questo per quanto riguarda l'azione riformatrice nel campo della politica interna. Per la politica osterà il Q. si dilunga in particolare modo sulle relazioni col Morat, ma a dire la verità (a prescindere dal fatto che l'A. trascura i