Rassegna storica del Risorgimento

TERAMO ; TRIPOTI LUIGI ; GARIBALDINI
anno <1949>   pagina <67>
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Libri e periodici 67
contributi di valore pubblicati in questi ultimi armi, quale ad esempio quello del MATU JU , II Congresso di Vienna e la resiavaasione dei Borboni a Napoli, in Rivista Storica Italiana, 1938, fascicolo 3 e 4) non aggiunge nulla di nuovo, in complesso, a quanto già non aves­sero detto nelle loro opere il Rinieri e la MoscarmL Eppure ci sarebbero stati vari punti da chiarirei Mi limito ad accennare qui alla questione degli uffici postali esteri, che costituì un affare di grande importanza per il Consalvi e per il Pacca, e che fu ampia­mente dibattuto, oltre che al Congresso in sede intemazionale, anche come affare di politica interna, come si rileva dal Piano di riforma umiliato a Pio VII di Giuseppe An­tonio Sala e dalle Osservazioni storico-politiche per provare il diritto alla Santità di Nostro Signore Papa Pio VTI di non ammettere più il solito Corriere di Venezia di Carlo Fea, nonché dalla suddetta relazione Pacca. Rebus sic stantibus, riesce veramente arduo condividere l'opinione dell*Autore che il suo volume costituisca un completamento dell" 'opera della Moscarini. A ciò si aggiungano sviste veramente spiacevoli: Starhein-herg invece di Starhemberg, Viment invece di Vincent, Esterasi con un punto interro­gativo tra parentesi perchè il Q. ignora che si tratta del nome ungherese Esterhazy* E non parliamo delle citazioni di opere tedesche (si cfr. le note a p. 13 per lo Schmidlin ed a p. 74 per l'Helfert), che dimostrano una scarsa conoscenza della lingua tedesca. Ma hoc sufficit: questo libro del Q. si raccomanda, tuttavia, per la relazione del cardinale Pacca sul suo pro-segretariato, edita da un manoscritto che si conserva nell'Archivio della Civiltà Cattolica.
SILVIO FUBLAM
VITTORE BRANCA., // Conciliatore. Foglio scientifico-letterario. Anno I 13 settembre 1818 31 dicembre 1818); Firenze, Le Monnier, 1948, in 16, pp. LXI-556. L. 1200.
Che il giornalismo italiano abbia principio col Conciliatore come qualche giornalista ha scritto in occasione di questa lodevole edizione curata da Vittore Branca per i tipi del Le Monnier di Firenze, questo proprio no. Prima del Conciliatore vi è un secolo di storia del giornalismo italiano. Col Conciliatore s'inizia certo uno dei periodi più interes­santi e pia moderni: quello che ci porta nel bel mezzo del giornalismo del Risorgimento.
Nella procellosa atmosfera della Restaurazione, dopo la bufera napoleonica, gli spiriti più desti ed insoddisfatti pensavano che, per rinnovare e preparare gli uomini all'avvenire, bisognava rifarci ai valori più resistenti della nostra vita spirituale.
Certo Silvio Pellico, nella lettera del 3 aprile 1816 al fratello, quando affermava di volersi tutto dedicare a diffondere i lumi attraverso le lettere, pensava ad un rinnova­mento letterario fondato su questa base ferma e sicura come vi pensava allora il Di Breme e come vi pensava un amico di ambedue: il Borsieri.
Spiritualmente vicino a questi tre giovani era il Ber che t che aveva affermato solennemente le nuove esigenze dello spirito letterario nella Lettera Semiseria e che col Visconti, col Torti, col-Grossi si riuniva in lunghe discussioni alle quali non mancava talvolta il Manzoni.
Gli uomini del primo gruppo erano più irrequieti, più disposti ad atteggiamenti polemici e battaglieri. Gli uomini del secondo gruppo erano più raccolti e pensosi, dif­fidenti per gli amori europei, diffidenti della scapigliata tempestosita del Di Breme e dei suoi amici. Tuttavia vi erano delle idee comuni sulle quali più o meno gli uni e gli altri si trovavano d'accordo e la principale era la necessità di promuovere una attività letteraria che non fosse disgiunta da quella civile. Per mettere in pratica questo pro­gramma tutti intendevano attingere alla tradizione nostrana e perciò appunto cosi nelle lettere come nelle arti, scoprire i motivi più validi e la BOstanza spirituale più resistente per un rinnovamento totale*
Dopo il tradimento della Biblioteca Italiana il bisogno di fondere questo program­ma mediante un periodico diventò l'idea fissa dei colloqui di Brcme-Borsicri-Pellico . E il programma di un meditato giornale fu oggetto anche delle conversazioni del