Rassegna storica del Risorgimento
TERAMO ; TRIPOTI LUIGI ; GARIBALDINI
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1949
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pagina
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68
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68 Libri e periodici
gruppo manzoniano. Nessun strumento del resto era più. adatto per porre a tutta la collettività interessata il problema letterario e civile e per diffonderlo con opera di pre-dicaziouc e di proselitismo.
E allora che si succedono i progetti e i titoli. Prima il Bersagliere, poi lo Spettatore Morale e Letterario, poi il Messaggero delle Alpi, Essi stanno ad indicare le varie fasi secondo le quali si sviluppa il progetto del periodico rinnovatore che andava via via acquistando lineamenti più chiari e risoluti ,
Si evolveva di pari passo il pensiero dei due gruppi che si doveva concludere in una comune intesa e raggiungere quella conciliazione dalla quale doveva uscire più sicuro il programma del giornale nel riconoscimento che, diversi i metodi, identici erano i principi posti alla base del loro impegno, identica la base per l'unità delle più ricche e deste forze spirituali che dovevano tutte mirare all'unità morale del paese per promuovere poi quella nazionale e politica. Noi ci proponiamo di conciliare e con-
ciliamo... non i leali con i falsi, ma tutti i sinceri amatori del vero Questa non
è impresa di mercenari, ma di letterati tutti collegati per sostenere la dignità del
nome italiano . Così il Pellico in una lettera al Foscolo.
Sotto la parvenza di una impresa editoriale cou intenti commerciali, la richiesta per il permesso del giornale che si dichiarava statistico letterario fu accolta dalla polizia che non sospettò quale impegno invece nascondesse quella impresa.
Nel fervore dei preparativi il più assiduo motore di tutta quella società di irregolari, dagli entusiasmi fervidi e dai cedimenti o dai silenzi improvvisi, anche per il suo incarico di segretario del presidente della Società che gestiva il giornale (il Porro), era Silvio Pellico.
I conciliatoristi invano cercarono di ottenere la collaborazione del Foscolo; ebbero la solidarietà e l'ammirazione di lui e del Manzoni.
Comunque fu riunita intorno al Conciliatore, per la prima volta in Italia a tutta la società degli spiriti più vivi e generosi del nostro paese non senza una risonanza europea .
Per quanto il giornale fosse stato presentato come una impresa editoriale dalle finalità che si sono dette, non tardò l'offensiva politica contro di esso. Vuoi per opera della ufficiosa Gazzetta di Milano; vuoi per opera dcW Attaccabrighe, che denunciò i conciliatoristi come nemici dello stato; vuoi per opera della classica e austriacante Biblioteca Italiana e di mille opuscoli, almanacchi e buffonerie mossi più o meno segretamente dalla polizia e dalla litigiosità dell'ambiente milanese.
Di pari passo verme aumentando il controllo della polizia anche per sollecitazioni dello stesso governo centrale di Vienna, e la lotta per nascondere le idee proibite ad certo momento divenne serrata. Ciò anche perchè sempre.più il Conciliatore si appalesava per i suoi veri fini politici. Finché ai arrivò alla sopressione sulla fine del 1819.
II Conciliatore, come è noto, non si propose l'informazione erudita, ma di diffondere a La sociale filosofia dei costumi e ad un tempo gli studi generosi del bello e di v benemeritare non solo della repubblica letteraria ma della sociale pur anco w.
Fra Conciliatore e Caffè ilfranca avverte che mentreil primo è una impresa nazionale intorno alla quale por la prima volta si riuniva idealmente tutta la società degli spiriti più vivi e più generosi del nostro paese quasi che ognuno di essi avesse avvertito che al di sopra delle convinzioni e delle volontà particolari e personali v'era una esigenza di unità spirituale e di impegno morale assolutamente superiori;Il secondo non aveva varcato i limiti di un episodio della tradizione educativo-moralo caratteristica della cultura lombarda stimolata dal fermento uluminista e dal riformismo tcresìano . il Caffè non aveva suscitato echi all'infuori della provincia; era acceso gallofilo; aveva posta l'attenzione quasi soltanto ai problemi economici e sodali; ai era messo al di fuori del più ricco filone della tradizione culturale italiana. Il Conciliatore ha invece fisionomia risolutamente italiana; ha coscienza ibìll'unità delle espressioni letterarie, civili, politiche, sociali, economiche nella unità della vita morale. Il nuovo carattere gli viene