Rassegna storica del Risorgimento
TERAMO ; TRIPOTI LUIGI ; GARIBALDINI
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1949
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pagina
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69
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Libri e periodici 69
pure per il rivolgersi esso a tutti i circoli culturali della penisola e dalle collaborazioni affluenti anche dall'Italia meridionale. Gli viene dal superamento di ogni angusto interesse provinciale. Ma se così appare dal confronto col Caffè sarebbe stato opportuno vedere quale appariva dal confronto col Giornale Italiano. E l'animo col quale il Branca è venuto a queste conclusioni sarebbe stato forse un po' più moderato.
u H problema di una letteratura civile e popolare, la lotta contro ogni formalismo letterario e ogni concezione dell'arte come puro godimento la pronta reazione contro ogni oscurantismo culturale e ogni forma di vana erudizione, il profondo interesse per i nuovi metodi educativi, lo sforzo di portare i problemi italiani in clima europeo > sono i traguardi obbligatori per il fervido rinnovamento della nostra vita spirituale che ricorrono nel Conciliatore. Il fine supremo dei conefliatoristi è l'interesse dell'Italia in quel momento, sia che si trattasse di problemi del campo economico o di quello agrario o di lettere o di filosofia. Il carattere universale della cultura ricorda quello del secolo precedente e la necessità d'inserire questa nostra cultura in una circolazione europea ricorda il proposito comune alla stampa lombarda del tempo. Ma il motivo nuovo era rappresentato dalla necessità di una organizzazione nazionale italiana e in ciò i concilia-toristi possono essere ricollegati al Cuoco e all'opera di alta pedagogia polìtica svolta attraverso le pagine del suo giornale.
Su di tutto campeggiano i loro propositi di rinnovamento morale e letterario. Essi sentono di dover colmare soprattutto la deficienza di valori intrinseci. E questa la principale idea di quel gruppo di romantici. Vincoli profondi debbono congiungere le lettere alle opinioni politiche, religiose, morali. Le lettere non debbono essere un lusso né un bisogno dell'uomo sociale; debbono contribuire a guidare l'uomo sulla via della prosperità: debbono assolvere una missione civile. A questa missione civile i conefliatoristi diedero una sistemazione anche in sede logica ed estetica. questi principi ribadirono nei loro articoli in uno col Pellico il quale scriveva che la letteratura è la più inutile delle arti se non ha per iscopo di riscaldare il cuore della nazione. Sismondi, Pecchio, Berchet, di Breme, Homagnosi, Visconti tutti, ritornano -su di questi principi. L'esigenza di un arte profondamente umana poneva la richiesta di forme letterarie più legate con la nostra religione, col nostro incivilimento, con la nostra patria, lungi dalle fantasticherie del romanticismo tedesco, aderenti alla vita, alle opere dei tempi che le generano. Solo cosi, secondo i concilia toristi, l'arte si pone sulla -via migliore per conseguire la bellezza estetica.
Il Branca nel presentare la nuova edizione riprodotta con ogni esattezza di su l'originale esistente presso il Fondo Bcrtarclli del Museo del Risorgimento di Milano, si esprime ad un di presso cosi nella bene informata ed aggiornata prefazione al volume. L'edizione curata per la nuova serie della Biblioteca Nazionale del Le Mounier è quanto mai lodevole ed opportuna. Qui è pure segnalato e riferito quanto' è stato possibile ritrovare e raccogliere dei passi ed articoli del periodico continuamente soppressi dalla censura ed è dato l'elenco degli articoli esclusi o proibiti di cui il Branca ha potuto avere precisa informazione.
L'edizione va lodata anche por l'impegno e la diligenza dell'editore che cosi pregevole opera ha offerto in moderna e accorata edizione alla lettura e alla meditazione
degli Italiani. ,
FRANCESCO FÀITOHEK.O
1848-1948. Cento anni di vita italiana, redatto da scrittori specialisti sotto la direzione di Corrado Barbagallo, voi. I: Politica, Economia, Vita sociale: Milano, Cavallotti, 1948, in 4, pp. XX-66M 424, tay. 9. L. 3000.
Fra la congerie ormai enorme di materiali e di scritti sul '48 e sulla successiva storia del nostro Paese mancava ancora un'opera, la quale cercasse di corrispondere alle medesime esigenze che nel 1911 aveva egregiamente appagato, nel cinquantennio