Rassegna storica del Risorgimento
TERAMO ; TRIPOTI LUIGI ; GARIBALDINI
anno
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1949
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pagina
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73
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hibri e periodici 73
cnhistoiramoderne (Actes, pp. 5374) ha dato vita ad interessantissime discussioni dentro e fuori il Congresso.
non meno interessanti sono state provocate dalla travolgente eloquenza di Ernest Labrousse (1848, 1830, 1789. Commentnaisscnt Icsrevolution*;Actes, pp. 1-29), il quale a Milano s'era fatto apprezzare come oratore e studioso con la comunicazione Pourquoi Vech.ee de 1848. Anche se non tutte le cose dette siano apparse del tutto nuove, la sicura informazione, la particolare sensibilità dei problemi economici e sociali, il calore e la sottile dialettica dell'esposizione hanno reso singolarmente efficace il suo discorso. H quale, come è avvenuto per quasi tutti gli studiosi francesi, è soprattutto basato sugli aspetti economici delle crisi rivoluzionarie,non senza reazioni e critiche da parte di venerandi maestri come il Lefebvre e PHalévy, e di numerosi stranieri, quale il nostro J acini, che ha messo in rilievo come, nella rivoluzione italiana del 1848, fossero da tener presenti, e in primo piano, altri e ben diversi elementi.
Accanto a queste comunicazioni, che hanno certamente costituito i due poli del Congresso, sono da ricordare quelle dei proff. F. Eckhart (La Revolution de 1848 en Hongrìe et la cour de Vienne; Actes, pp. 229-239), D. Kosary (Uaspecl social de la Revolution de 1848 en Hongrìe; ivi, pp. 133-141), C. Benda (La question paysanne et la revolution hongroise en 1848; Éiudes, pp. 231241), C Vida! (La Franco et la question italienne en 1848; Ivi, pp. 162-183), P. Rcnouvin (L'idée d'Élats-Unìs d'Europe pendant la erise de 1848; Actes, pp. 3145), E. Tersen (La Commission d'abolitìon de Vescla-vage; ivi, pp. 295-301). E nei due volumi ricerchiamo con particolare simpatìa le comunicazioni dei Milanesi, se ci è permesso di chiamare così, stendhalianamente, gli intervenuti al Congresso di Milano. Ed ecco G. Bourgin (L'oeuvre sociale de la Ré-publique romaine de 1849; Actes, pp. 149155), informatissimo sugli studi italiani intorno a quel periodo, J.B. Duroselle (Les catholiques et le problème ouvrier en 1848; ivi, pp. 267275), M. Reinhard (Ozanam et la revolution de 1848; Éiudes, pp. 145-161), F. Boyer (La marine de la seconde république et la revolution sicilienne dejevrier à juiUet 1848; ivi, pp. 184-203). Anche delle altre converrebbe far menzione, che ciascuna ha portato il suo valido contributo alla migHore conoscenza degli eventi del 1848. Provveda il lettore a farne ricerca personale nei due volumi.
Per quanto riguarda la piccola delegazione, italiana, accolta a Parigi in maniera squisita, sia dal punto di vista ufficiale, sia per quanto riguarda i rapporti personali con i singoli studiosi, si può dire che essa è intervenuta in tutte le discussioni seguite alle comunicazioni principali specialmente se interessanti l'I t alia, per apportare qualche particolare contributo o per chiarire talune affermazioni altrui E questi interventi sono stati sempre sottolineati con simpatia dai presidenti delle sezioni e dagli studiosi presenti. L'on S. J acini, presidente della delegazione ha parlato di Liberté, indépendance, unite dans l'Italie de 1848 (Actes, pp. 157163). È l'unico dei delegati italiani che ha esposto la propria comunicazione in francese. Perchè, anche se sono tutte stampate in questa lingua, gli altri hanno pronunciato le proprie in italiano, pur premettendo alle stesse un preambolo in francese e rispondendo alle domande e alle critiche in questa lingua, per doveroso riguardo agli stranieri. Così, nella II sezione, F. Valsecchi (Uiniervention francaise et la solidarité révolutionnaire internationale dans la pensée des démocrates lombarda en 1848; Actes, pp. 165-175); così nella stessa seziono la signorina E. Morelli (Mozzini et la revolution- de 1848 en Franca; ivi, pp. 285-293); così nella I A. M. Ghisalberti (L'Arcktve de la légation des Pays-Bas auprès du Saint-Siège et son importance pour Vétudedes évfnements de 1848; ivi, pp. 75-83). Sia lecito ricordare ora che il successo degli Italiani fu notevole. Al banchetto finale, dominato da una dottissima rievocazione del Lefebvre, le loro comunicazioni furono ricordate con simpatia da studiosi stranieri come tra le più interessanti del Congresso.
I due bei volumi che testimoniano dol lavoro svolto a Parigi ci avvertono che in questo momento gli studiosi di storia sono animati da un vivissimo desiderio di collaborazione e di inteso, A parte il suo intento scientifico, il Congresso di Parigi si 6