Rassegna storica del Risorgimento

TERAMO ; TRIPOTI LUIGI ; GARIBALDINI
anno <1949>   pagina <80>
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80 Libri e periodici
viceré Ranieri, fu mandato per la terza volta a Parigi nel 1851 dapprima in qualità di ministro plenipotenziario e dal 1856 con il titolo di ambasciatore. E a Parigi rivolse la sua attività a un duplice scopo: a tentare d'indurre con accorte blandizie l'Impera­tore a rinunziare ai suoi torbidi sogni messianici che parevan sovvertire l'Europa uscita dal Congresso di Vienna e a cercar di arginare parallelamente le correnti russofile e anti­francesi del suo paese: ardua impresa indubbiamente, la quale si fece ancor più fati­cosa allorché allo Schwarzenberg, di cui egli godeva l'intera fiducia, successe il Buoi, con il quale l'accordo non fu sempre pieno, specie sulle questioni più delicate.
Diplomatico e gentiluomo di vecchio stampo, dotato di larga e buona cultura, lo Hiibner fu però strettamente legato per tutta la sua carriera al sistema metternichiano. Fautore intransigente del legittimismo e del conservatorismo, non seppe vedere molto più in là degli interessi particolaristici austriaci: unica sua assidua mira la difesa tenace della posizione dell'Austria nel gioco politico delle grandi potenze. Perciò spesso errò nei suoi giudizi sugli avvenimenti del tempo, giudizi che vanno accolti con molta cautela; né, fornito di scarsa penetrazione psicologica e piuttosto arido e scettico, seppe entrar nell'intimo dei molti illustri personaggi che ebbe modo di conoscere e di accostare du­rante il decennale soggiorno parigino. Vi é, nel suo diario, indubbiamente, della bravura; vi son qua e là sfumature fugaci e anche, talvolta, pennellate sicure; ma per lo più (e in ciò dissento dall'ottimo traduttore) i suoi ritratti mancano di concretezza e di vita. Dell'Imperatrice Eugenia, ad esempio, ci riproduce a più riprese la affascinante este­riorità, ma quasi del tutto gli sfugge lo spirito fatuo e intrigante. Del temperamento am­biguo e complesso di Luigi Napoleone ci dà alcuni tocchi felici; ma ben di rado intuisce le mire lontane della sua politica irrequieta. A suo avviso l'Imperatore non ha idee e calcoli prestabiliti; agisce secondo l'imprevisto e secondo l'impressione del momento . Perciò si illuse spesso di convincerlo a non dipartirsi dalla linea tradizionale della poli­tica francese e a spezzare ogni legame con il suo passato avventuroso. Pochi mesi prima della dichiarazione della guerra all'Austria, nel '59, ancora scriveva: Dato il carattere dell'uomo quale ora ci appare in tutta la sua nudità, la soluzione della crisi non dipen­derà da una decisione presa dopo matura riflessione; ma da qualche incidente, da qualche umore momentaneo,in una parola dal caso. E l'ultima nota del diario, il 4 maggio 1859, si chiude con questo periodo ben significativo: Non ci si è ancora dimenticati delle lacrime e del sangue che la guerra di Crimea ha fatto versare, e ci si chiede, senza com­prendere, per quale ragione la Francia abbia voluto venire a conflitto con l'Austria . Nel suo ottimismo semplicistico lo Hubner non si avvedeva che per l'appunto nel con­flitto d'influenze e d'ambizioni tra la Francia e l'Austria, e non in un colpo di testa di Luigi Napoleone, che era ben conscio, checché si dica, del fatto suo, bisognava cercar le ragioni della guerra che l'Austria stessa aveva resa inevitabile, rifiutando ogni pro­posta mirante a consentire al gabinetto di Torino la partecipazione al congresso di cui si era fatta iniziatrice la Corte di Pietroburgo.
Per me proprio qui, più che nelle notazioni, curiose di certo e interessanti sulla
vita della società francese alla metà dell'Ottocento, sta il vero alto valore del libro dello
Hubner, che ci fa assistere inconsciamente giorno per giorno, al processo della crisi
della monarchia asburgica: crisi dovuta alla sua caparbietà d'isolamento, alla sua
astiosa avversità al riformismo, al suo atteggiamento, incredulo e sprezzante, di
fronte alla forza creativa delle nascenti nazionalità europee. ,-.-,
MASINO CIRAVKGNA
GIUSEPPE PALLADINO, Roma. Storia d'Italia dal 1866 al 1871, con particolare riguardo alla questione romana; Milano, F. Vallardi, s. a., in 8 gr., pp. XI-223. S. p.
La copia che abbiamo sott'occhjo di questo volume della Storta illustrata del Risorgimento Nazionale iniziata dall'antica e benemerita Casa Vallardi con i Fosti del '59 del Giglio, non reca alcuna indicazione di ristampa o di reintegrazione, come