Rassegna storica del Risorgimento
TERAMO ; TRIPOTI LUIGI ; GARIBALDINI
anno
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1949
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pagina
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85
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Libri e periodici 85
VIRGILIO TTTONB, Economia e politi ca nella Sicilia del Sette e Ottocento; Palermo, Flac-covio, 1947, in 8, pp. 250. L. 500.
Toma ad acuirsi in questi ultimi tempi l'interesse per il Settecento italiano, e in special modo per il problema dell'assolutismo illuminato e per le riforme. H Franchini pubblica gli appunti delle lezioni di storia economica tenute presso l'Università di Bologna nell'anno accademico 1946-1947, sottolineando con fini osservazioni i principali momenti ed aspetti del problema cosi suggestivo della terra e dei lavoratori della medesima all'epoca dell'assolutismo illuminato; certo una sintesi simile ha dei pericoli quando si pensi lo stato ancora precario delle ricerche d'archivio su quei problemi: cosa che d'altronde ha ben presente l'autore, sia a proposito dei redditi fondiari sia dell'effettivo tenore di vita degli agricoltori prima e dopo le riforme. Comunque il volumetto del Franchini è un buon avvio.
Più che delle condizioni dell'economia agraria si occupa della politica agraria e annonaria del Governo pontificio e del pensiero degli scrittori riformatori il Canaletti Gaudenti: da sottolineare le pagine che si riferiscono agli scrittori riformatori e particolarmente il capitolo dedicato al più intelligente degli scrittori riformatori e cioè a Nicola Maria Nicolai, il quale fu fervido sostenitore della necessità di coltivare la campagna romana anziché lasciarla a pastorizia negando che la pastorizia fosse più rimunerativa della coltura a grano. H Canaletti Gaudenti si è reso benemerito degli studi economici pubblicando in appendice al suo studio il IV volume inedito delle Memorie, leggi ed osservazioni sulle campagne e sull'annona di Roma di Nicola Maria Nicolai.
H Petino ritorna a studiare il problema fondamentale dell'economia e della discussione economica settecentesca, quello del commercio dei grani; l'autore ha radunato un folto materiale che ci può dare un'idea esatta della situazione in Sicilia (certo il problema è ancora aperto perchè varrebbe la pena di ristudiarlo per tutta l'Italia e con amplissime e vaste pazienti e lunghe ricerche negli archivi privati e pubblici). L'autore arriva alla conclusione giustissima dello squilibrio tra perfetta teoria liberistica e fisiocratica dei pensatori e opera del governo tutto sommato fallimentare perle fortissime opposizioni feudali isolane al ubero fiorire di un forte ceto medio agrario.
Il Titone ai è dedicato con molto fervore a studiare la vita politico-economica siciliana nei secoli decimottavo e decimonono; egli raccoglie qui i suoi studi sulla Sicilia e le origini della questione meridionale, sulla deputazione del Regno e i bilanci dei Comuni, sull'abolizione del feudalesimo e la nuova burocrazia, sul Montesquieu e l'apologia dei baroni in un manoscritto inedito della Comunale di Palermo, sul latifondo e l'enfiteusi, sull'uluminismo e la storiografia siciliana, sul riformismo borbonico nella Sicilia. Il saggio più interessante e centrato è quello sulla libertà di commercio, dove si seguono negli scrittori e nella coscienza del Sette e Ottocento il vario configurarsi
delle teorie protezionistiche e soprattutto di quelle liberisti die, ,,
MASSIMO PETROCCHI
GIOVANNI FERRETTI, Esuli del Risorgimento in Svizzera; Bologna, Zanichelli, 1948, in 8, pp. 338. L. 800.
Sempre graditissimi vengono gli studi che affrontano i problemi del nostro Risorgimento inquadrati e risolti nel più generale mondo europeo; il Ferretti ce ne ha dati parecchi e tutti seriamenti costruiti e documentati.
In questo volume accanto a scritti diciamo cosi minori: La volontà di sacrificio di Santone Sautarosa, a Giacinto Collegno a Ginevra e nel Ticino , Stanislao Bo-n amici e la sua Tipografia (gustoso profilo di quel curioso a wonturiero-patriota che fu il Bonamici), Il Conte di Cavour e James Fazy , eccellono Mazzini e l'Europe centrale e soprattutto Gli esuli a Ginevra (1821-1859) , dove si studia la vita e l'ambiente degli esuli italiani nella città di Ginevra e i vicendevoli influssi dell'Europa liberale e dell'Europa reazionaria sull'atteggiamento dell'oligarchia ginevrina verso gli esuli.