Rassegna storica del Risorgimento

1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
anno <1949>   pagina <126>
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Romolo Quazza
Lo svolgimento e la. reale portata di quei primi tentativi, rimasti presumibil­mente sconosciuti al Massari, >) dal Ghiaia 2) e dal Bianchi 3) visti in non giusta luce, e alla Buttini e al Bora ola "') noti solo in modo sommario, mi sono apparsi invece chia­ramente, seguendoli passo passo sulle orme della corrispondenza fra il Ministero degli Esteri e la Legazione di Sardegna a Roma. s)
Gli uomini per la maggior parte insigni, che si avvicendarono al timone dello Stato in quel delicatissimo periodo di trasformazione, dovettero affrontare, rispetto alla Santa Sede, questioni, che una lunga e radicata tradizione di devota religiosità tendeva a molti di essi assai penose. *)
Tuttavia, obbedendo non tanto a violenza di pressioni esterne, quanto alla con­vinzione via via maturantesi di un fatale corso di eventi, anche ipiù riluttanti giunsero a considerare come assoluta necessità per la difesa dell1 autorità statale l'eliminazione dei privilegi e la soppressione di monopoli ed anche soltanto di interferenze e di con­trolli ecclesiastici nella vita civile.
L'estrema difficoltà di conciliare l'osservanza del diritto canonico con le esigenze della perequazione dei cittadini di fronte alla legge era già apparsa in tutta la sua evidenza durante la elaborazione dei codici civile e penale. Già allora l'alta magistra­tura piemontese, affetta secondo il giudizio del nunzio Vincenzo Massi da
1) G. MASSARI, It Conte di Cavour Ricordi biografici* Torino, 1873, p. 53: La necessità di riformare o meglio di ammodernare la legislazione ecclesiastica vigente in Piemonte, conformandola alle mutate ragioni dei tempi e dei civili istituti, era stata avvertita fin dai primi tempi nei quali lo Statuto era stato promulgato, ma le preoccu­pazioni della guerra non consentivano si pensasse a far altra cosa, e quelle riforme, senza colpa, senza malvolere di nessuno vennero differite. Cessata la guerra, conchiusa la pace, non vi era motivo ad ulteriori ritardi, tanto pia che il dar opera a quelle riforme era la dimostrazione palpabile che gli ordini antichi erano cessati per sempre.
2) L. CHIALA, Une page à"histoire du gouvernement représentalif en Piémont, Torino, 1858.
a) N. BIANCHI, cit., voi, HI, pp. 190-194; voi. V, pp. 105-106,110 e sg.; voi VI, pp. 353 e sgg., 607.
*) TERESA BUTTINI nel saggio II giornalismo italiano: don Giacomo Margotti e la nascita della Campanai in Riv. d'Italia, voi. II, Roma, 1914, pp. 600-611, scrive a p. 602: a L'accusa infatti fu sparsa e insistentemente ripetuta anche dai giornali, e il Ministero non poteva certo affermare che molte pratiche fossero state fatte; ma evi­dentemente la risposta venuta da Roma era tale da escludere per sé sola ogni ulteriore speranza di accomodamento . Analogo concetto è nello studio- cit. di A. BozzoiiA e T. BUTTIMI, Stato e Chiesa, ecc.
sj In Archivio di Stato di Torino. I dispacci da Torino da nói esaminati si trovano nel Copialettere del Ministero degli Esteri al ministro sardo in Roma: Registri XLI-XLII; i rapporti da Roma di Domenico Pareto sono contenuti in Lettere Ministri Roma: jB. 349 e 350; le confidenziali (1847-1848) dello stesso si trovano nella B. 14 e le riser-vaU (1847-1848) nella B. 15.
6) Sull'atteggiamento dello correnti del pensiero in Piemonte di fronte alle que­stioni ecclesiastiche, vedi oltre il volume reconte, il precedente saggio di A. G. JEMOLO, La questione della proprietà ecclesiastica nel Regno di Sardegna o nel Regno d'Italia durante il quarantennio 1848-1888, Torino, 1911. E tra le affermazioni più vigorose del tempo l'articolo del CAVOUR nel Risorgimento del 18 maggio 1848, pubbl. in Gli scritti del Conte di Cavour nuovamente raccolti e pubblicati da Domenico Zanichelli Bologna, 1892, p. 85 e sgg.