Rassegna storica del Risorgimento
1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
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1949
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129
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Problemi di politica ecclesiastica, ecc. 129
Ma il Governo sardo insistette ancora, e il Pareto il 18 settembre si rivolse all'Em. Ferretti, affinchè ne parlasse egli stesso al papa. Assentatosi il cardinale da Roma senza poter o voler- mantenere la promessa fatta, la pendenza fn nuovamente eotto-posta all'esame della Congregazione degli Affari ecclesiastici straordinari, con molto disappnnto del Pareto, che ben conosceva non solo la lentezza, ma bensì la sottigliezza di quel Dicastero . Avendo appreso che l'incombènza di studiare la questione era stata affidata in modo particolare a mons. Vizzardelli, il Pareto esplorò il terreno presso quest'ultimo; e benché il Vizzardelli si mostrasse sostanzialmente concorde col giudizio già espresso dalla Congregazione sul carattere religioso dell'Ordine, tutta* .via non escluse la possibilità di un accomodamento. Ai tribunali ordinari si sarebbero potate devolvere tatto le liti riguardanti personalmente gl'interessi privati dei cavalieri protessi, mentre le curie vescovili avrebbero deciso quelle che concernevano l'Ordine, cioè qualsiasi questione relativa agli averi di questo a Corpo morale . *)
Altri passi furono compiati ancora dal Pareto, dietro istruzione del suo governo, affinchè la Santa Sede esaminasse la cosa con più largo spirito di comprensione. Il papa in una udienza concessa al ministro sardo manifestò propositi concilianti. 2) Il 26 ottobre 1847 mons. Vizzardelli comunicò le estreme concessioni, alle quali si era giunti: limitazione dell'immanità ai soli cavalieri professi; deferimento ai tribunali -ecclesiastici soltanto delle cause concernenti i membri del clero ascritti all'Ordine, di quelle riguardanti i benefici, le commende, i diritti, il patrimonio dell'Ordine, salvo quanto era contemplato nell'Istruzione di Benedetto XIV e nel Concordato del 1841, e delle cause civili dei cavalieri professi solo se si riferivano all'Ordine. Il foro laico non avrebbe mai potuto occuparsi delle mancanze riguardanti la religiosa disciplina 3) né applicar pene religiose, come la privazione di benefici <c o altri diritti che i delinquenti [avessero] dall'Ordine: il che sarebbe spettato ai vescovi o al re come-gran maestro. Questo era, anche a giudizio del Pareto, il massimo che dalla Santa Sede si potesse ottenere: *) in confronto del breve dell'agosto, si aveva ora il vantaggio della
Alberto in proposito della abolizione del tribunale eccezionale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, giacché mentre pure essa era stata decisa in Consiglio, e stava per mandarsi in esecuzione, ecco sopraggiungere per vie indirette onde cioè evitare di chiedere il Regio Exequatur, che prevedevasi non sarebbe stato concesso, nna bolla da Roma, ignorandola lo stesso guardasigilli, che era in quell'epoca il conte Avet, la quale in termini assoluti proibiva tale soppressione perchè si trattava di un ordine religioso e militare. E il re avendo indovinato per la confusione che il ministro degli esteri dava a divedere in seno allo stesso Consiglio, d'onde venisse il colpo, e come e per opera di chi lo si fosse preparato, disse risolutamente: " facciasi come se la bolla non fosse giunta,,. E cosi fu fatto, e cessate le cure degli officiosi e interessati procuratori, Roma ai tacque, nonostante le minacele, delle quali quell'atto, proveniente dalla romana Cancelleria, era secondo il solito corredato* Ma la visione che il Boggio dà di questo episodio non è esatta, poiché le comunicazioni riguardanti i rapporti con altri Stati venivano trasmessi alla Grande Cancelleria sempre per tramite del Ministero degli Esteri, i) Rapporto Pareto, 14 ottobre 1847 (confidenziale n. 29).
2) Rapporti Pareto, 23 ottobre 1847, n. 222: a Disse che sperava poter ultimare quanto prima e nel modo da noi desiderato, la pendenza relativa alla giurisdizione dell'Ordine di San Maurizio.,..
3) ...come sarebbe la violazione di oltre obbligazioni religiose proprie dell'Ordine. :) Rapporto Pareto, 27 ottobre 1847 (confidenziale n. 31) con acclusa copia di
nota consegnatagli il 26 ottobre del Vizzardelli.