Rassegna storica del Risorgimento

1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
anno <1949>   pagina <133>
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Problemi di politica ecclesiastica, ecc. 133
La o non lieve opposizione dei vescovi suggerì a] governo l'opportuni là di far illustrare dal rappresentante a Roma la nuova legge. U San Marcano, nel dare alla Santa Sede comunicazione ufficiale delle deliberazioni prese nel Consiglio, adottò il criterio di sostenere che nessuna modificazione sostanziale era stata introdotta nelle consuetudini ormai da lungo tempo invalse e che pertanto ogni allarme era ingiusti­ficato. 1) Veruna opera o scritto di liturgia, preghiera, catechismo oppure teologia ai sarebbe potuta pubblicare a senza che per cura degli Editori m [facesse] constare dell'approvazione del superiore della Diocesi . Quanto alle pubblicazioni ufiiziuli dei Vescovi nell'esercizio del loro pastorale ministero , si sarebbero osservate le regole già in uso,2) senza alcuna innovazione ne di sostanza uè di forma, secondo le quali gii scritti di tal natura venivano dagli Editori presentati, prima della stampa, o al revisore locale o, quando meglio piacesse al Vescovo, direttamente alla Commissione superiore in Torino, da cui prò wedevasi in forma di semplice visto .3) Ma per quanto concerneva gli scrìtti di ogni qualunque siasi civile, letteraria e politica materia, che erano per lo passato soggetti al cosi detto Revisore Arcivescovile, non si poteva negare che innovazione vi fosse, giacché la nuova legge li sottraeva alla censura eccle­siastica preventiva. Però a questo riguardo si doveva spiegare al Governo pontificio che simile censura la tenevano i Vescovi come mandato della Sovrana Podestà, a cui spetta avvertire ai modi materiali per impedire l'abuso della stampa e che non poteva considerarsi in nessun modo come inerente all'esercizio delle facoltà vescovili. Quindi sarebbe stata giudicata sconveniente un'eventuale opposizione dei vescovi a quelle e giuste savie ed oggimai invariabili determinazioni del Re, suggerite dal più puro desiderio di conciliare l'inviolabilità dei religiosi prìncipi! con quanto imperiosa­mente esige la ragione delle circostanze dei tempi, conciliazione della quale l'Augusta mente di Pio IX porge un cosi chiaro esempio . *)
Pio IX aveva già ricevuto il rapporto del nunzio a Torino, mons. Antonucci. I suoi sentimenti personali, lo sviluppo già preso in Roma dal movimento riformatore, la comune euforia patriottica lo disponevano in quel periodo ad accogliere favorevol­mente i desiderata espressi dal Governo piemontese. Sia nella questione della stampa sia in quella della rinunzia di mons. Charvaz albi sede vescovile di Pinerolo rinun­zia da Carlo Alberto accettata il Pontefice inclinava ad approvare l'atteggiamento
manifestarle quanto sia riuscito grave all'animo del Re il modo non dirò poco rispetto­so, ma quasi insultante con cui Mons. di Pinerolo si permise d'inoltrare sua domanda al R trono, e quanto si sia accorata la M. S. nel vedere così male interpretati i sensi religiosi di cui ha dato in ogni circostanza luminose prove. Pure il 29 dicembre fu indirizzata al Pareto la lettera d'ufficio por comunicargli la domanda del Vescovo, con l'invito a concertare col card. Lambruschini, protettore degli Stati Sardi, la linea di condotta da seguire.
1) Dispaccio San Marzano a Domenico Pareto, 29 dicembre 1847, u. 140.
2) Le disposizioni dell'Istruzione benedettina su tale materia furono ricordate dal Ministro degli Affari ecclesiastici nel Consiglio di Conferenza del 13 gennaio 1848. Vedi A. COLOMBO, Dalle riforme allo Statuto di Carlo Alberto, Casale, 1924, p. 18 e sg.
3) ce... in oggi colla nuova legge il Governo non ha inteso introdurre alcuna dif­ferente formalità, che anzi sebbene ai SUOICBBC per l'addietro richiedere in alcune circo­stanze dagli Editori che si facesse espressa menzione dell'ottenuta permissione di stampa, fu disposto che per l'avvenire si omraettesae tale menzione. Dispaccio 29 di­cembre 1847, cit.
*) Ibidem.