Rassegna storica del Risorgimento

1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
anno <1949>   pagina <134>
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134 Rantolo Quazza
del re Mentre, in occasione del passaggio di Lucca al granducato di Toscana, aveva espressa la sua disapprovazione per l'estensione alla Luechena delle leggi leopoidine, ') Pio IX volle invece personalmente che la legge sulla stampa emanata negli Stati. Sardi venisse comunicata subito alla Commissione, che aveva l'incarico di modificare quella vigente negli Stati Pontifici, e fosse presa a modello.2)
Avevano certo influito su questo atteggiamento le non equivoche manifestazioni dell'opinione pubblica, che aveva accolto con palese entusiasmo la notizia del complesso di provvedimenti presi a Torino a partire dal 29 ottobre. Ad esternare siffatto entu­siasmo narra il Pareto 3) era stato deciso di fare una dimostrazione al suo Rap­presentante, ma venne questa da persone influenti impedita forse perchè temeva si che si volesse approfittare della stessa per farne altra consimile al Cardinal Ferretti tanto all'oggetto di supplicarlo a non lasciare la Segreteria di Stato quanto per pre­garlo a non introdurre modificazioni in senso restrittivo alla legge sulla stampa. Il solo timore che ciò si effettuasse, non che la quasi certezza che l'opinione pubblica si dimostrerebbe contraria a qualsiasi restrizione su tale materia indussero l'E.mo Segre­tario di Stato a sospendere la riunione della Commissione, e a proporre a Sua Santità che venisse questa presieduta da Mona. Sbarretta . L'incertezza della scelta tra misure preventive e misure'repressive nelle disposizioni concernenti la stampa si palesava in dichiarazioni non di rado contradittorie. Difatti riferì il Pareto dopo una udienza concessagli il 7 gennaio 1848 Sua Santità si dimostrò meco dolentissimo dell'opposizione sollevatasi ora nell'Episcopato Piemontese, e nel biasimare altamente il tenore della lettera di Mons. Charvaz, dissemi aver questi agito inconsideratamente ed in un modo ben poco conveniente; non dissentire quindi dall'accettare la di lui rinuncia . *)
Il Pontefice chiedeva per contro che venisse in qualche punto modificato il tenore della circolare inviata dall'Avvocato generale presso il Senato di Torino ad illustra­zione della legge 30 ottobre, affermando che soprattutto contro di essa i Vescovi ave­vano elevato le loro proteste. Il fatto che qualsiasi scritto, anche quelli emanati dalla più alta autorità ecclesiastica, potessero essere talvolta sottoposti all'esame di un sem­plice prete, membro delle Commissioni provinciali, sembrava anche al Pontefice troppo in contrasto con Io spirito stesso della gerarchia sacerdotale.
*) Domandò, ma inutilmente, che la presentazione delle pastorali e di altri scritti albi censura non dovesse almeno esser fatta direttamente dai vescovi, ma dagli stampatori. Rapporto Domenico Pareto, 2 novembre 1847, n. 230.
2) a... onde, attenendosi a quanto - venne da noi stabilito cosi avvertiva il rappresentante di Sardegna il 3 dicembre possa apportare quei cambiamenti che pia BÌ convengono per questa materia-. A Roma si era pensato a stringere un poco i freni, data la libertà eccessiva di cui si approfittano da qualche tempo i giornali di questa Capitole, come aveva riferito Domenico Pareto nel rapporto del 27 ottobre, n. 226, nella confidenziale n. 31 dello stesso giorno, nel rapporto del 4 novembre, n 231. Echi del medesimo intendimento, sono nei rapporti 3 dicembre, n. -246; 9 dicem­bre, n. 251; 16 dicembre, n. 256, che parlano di probabili provvedimenti restrittivi della legge 15 marzo vigente in Roma, originati, fra le altre ragioni, anche dal mal­contento per l'approvazione, da parte della stampa, delle manifestazioni al Consolato svizzero per la vittoria delle truppe federali protestanti sn quelle cattoliche di Lucerna e da attacchi nniiuusiriaci sulla Bikouia del 14 dicembre 1847.
sl Rapporto 6 novembre 1847, n. 232.
*) Il cardinal Ferretti era invece contrario. 11 parere del Papa fu comunicato al Consiglio dì conferenza del 13 e del 20 gennaio 1848. Vedi COLOMBO, f., pp. 19, 31,