Rassegna storica del Risorgimento

1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
anno <1949>   pagina <135>
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Problemi di politica ecclesiastica, ecc. 135
Lo obbiezioni sollevate a Roma furono esaminale nel Consiglio di Conferenza del 20 gennaio 1848. Tutti i ministri furono concordi nel rilevare che gli scritti dei Vescovi erano stati sempre sottoposti nel Regno Sardo all'autorità laica, e che il caso era diverso tanto dallo Stato Pontificio, ove autorità religiosa e autorità temporale erano raccolte nella stessa persona, quanto dai paesi ove vigeva piena libertà di stampa, poiché in questi i Vescovi avevano la responsabilità personale come gli altri cittadini. Il re intervenne appoggiando questi ragionamenti con la riflessione che se la Corte di Roma si era sempre sottomessa all'Exequatur per la promulgazione dei suoi rescritti negli Stati Sardi, a maggior ragione dovevano sottometterai i Vescovi. Il San Marzano riferì in merito alla ripugnanza dell'Autorità vescovile a sottomettersi al giudizio eventuale di un subalterno, e comunica che il Nunzio aveva fatto osservare che le circolari interpretative non davano sufficienti garanzie e che si sarebbe desiderata una modifica introdotta nel testo stesso della legge. Questa venne però giudicata inop­portuna per ragioni politiche; e il Re ordinò si preparasse invece un memoriale ragio­nato ed esplicativo.1)
Ma le intenzioni del Papa erano concilianti. Non avendo lo Charvaz inviata ancora a Roma la domanda indispensabile per convalidare la sua rinuncia,8) Pio IX il 22 febbraio disse in udienza al Pareto che avrebbe desiderato indurlo a qualche atto di sottomissione verso Carlo Alberto, di modo che accolto benignamente da S. M., potesse inons. Charvaz rimanere al governo della Diocesi di Pinerolo . Un atto di tal natura, inoltre, avrebbe potuto ce contribuire a far rinascere quell'armonia tra l'Episco­pato Piemontese e le popolazioni, che gli ultimi avvenimenti sembrano avere alquanto alterato. Del resto qualora questo suo nuovo consiglio non avesse effetto, il Papa accertò di bel nuovo [il Pareto] esser Egb' pronto ad accettare la rinuncia di mons. Charvaz :3) e ciò avvenne infatti qualche mese più tardi. 4)
4. D movimento ostile alla Compagnia di Gesù, considerata come l'antitesi per antonomasia della mentalità liberale e della stessa più pura essenza del pensiero cattolico, 5) era stato seguito con vigile attenzione dal governo sardo molto tempo prima che l'avversione trascendesse in Italia a manifestazioni violente.
A Carlo Alberto e al conte Solaro della Margarita interessava vivamente, come è naturale, conoscere l'atteggiamento tenuto dalla Santa Sede e l'opinione che il Papa e i Cardinali esprimevano di fronte alla sempre più accesa campagna antigesuitica.
La diligenza cronachistica di Domenico Pareto non trascurava particolari e indizi. L'accorato informatore non tralascia perciò di riferire il 3 giugno 1847 sulla impressione destata in Roma dal fatto che il Pontefice, di ritorno da Subiaco, invece
*') COLOMBO, CÌL, p. 30 e sg.
2) Forse mons. Charvaz intendeva recarsi a Roma personalmente. Vedi la riservata di Domenico Pareto, 21 febbraio 1848.
5) Rapporto Pareto, 23 febbraio 1848, n. 300; 11 aprile 1848, n. 341.
*) La rinuncia fu poi accettata dal Papa il 9 maggio 1848. Lo Charvaz fu più tardi nominato arcivescovo di Genova. Cfr. H. JoniOZ, Noii.ce biographiùua sur Mgr Charvaz, Mouticr, 1870.
5) Tra gli studi recenti di maggior ampiezza intorno alle vicende della Compagnia di Gesù in questo drammatico periodo, vodi P. P. Pini, Padre Giovanni Roolhan XXI Cenerate della Compagnia di Gesù, Isola del Liri, 1930; sul quale principalmente ai fonda per il suo riassunto t). MASSE, // caso di coscienza del Risorgimento itaUanpt Alba, 1946, p. 178 e sg.