Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; LEGA ITALIANA
anno
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1917
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pagina
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745
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Il governo napoletano eia lega -ikiMwmt, nel manto e aprile 1848 746
nella sua nota del 31 marzo? Quali difficoltà si opponevano al con-temporaneo svolgimento delle operazioni militari e delle discussioni diplomatiche? Nessuna, evidentemente. Tuttavia non passarono che pochi giorni, e il marchese di San Giuliano Cagliati, reggente la legazione napoletana in luogo del Palazzuolo morto in Torino il 17 aprile, comunicò che il Pareto, pur insistendo nel concetto della riunione dei delegati militari al quartiere generale,1 era più che mai fermo nel proposito di non aderire al congresso per la lega in attesa che si costituissero i singoli governi in tutte le parti d'Italia . Soltanto in seguito di nuove considerazioni addottegli dall' agente napoletano, il Ministro degli Estèri di Carlo Alberto si lasciò indurre a dire che se tale era per il momento il suo avviso, potrebbero forse tra non molto nuove circostanze determinare il governo all'invio dei plenipotenziarii .4
Fermiamoci un istante a considerare l'atteggiamento del Governo piemontese. Il suo punto di vista che in presenza del nemico bisognasse anteporre ad ogni cosa i preparativi di guerra, e che quindi anche le trattative per la lega dovessero passare in seconda linea, non sarebbe stato a priori inaccettabile, qualora in tutto il córso delle conversazioni diplomatiche Carlo Alberto avesse sinceramente dimostrato di volere tener conto anche delle aspirazioni e dei bisogni degli altri principi, e specialmente di Ferdinando TI. Ma, poiché il Governo sardo non aveva mai fatto cenno di possibili compensi da darsi al re delle Due Sicilie per il suo intervento nella guerra, e poiché non v'era modo per. quest'ultimo di ottenere vantaggi territoriali (s'era parlato della Sardegna e delle Marche), se non a danno degli stessi principi italiani; era ben curiosa la pretesa che egli partecipasse alla guerra senza sapere se e quali compensi ne. avrebbe ricavati. Tali compensi non potevano stabilirsi altrove che in un congresso diplomatico, ed in seguito a trattative ben ponderate e regolarmente discusse ed accettate da tutti i contraenti. Ora il Governo piemontese, rifiutandosi di aderire alla proposta napoletana, da una parte legittimava l'opinione ohe Carlo Alberto volesse avere soltanto per sé i vantaggi della guerra sostenuta con le forze comuni, e dall'altra faceva nascere il dubbio nell'animo di Ferdinando II, che la partecipazione all'impresa non giovasse ai suo paese, anzi recasse ad
i u Gabinetto napoletano aveva nel frattempo aderito anche alla richiesta dei delegati militari, inviando all' uopo il capitano Bpomdlli e il tenente Cario Mezzacapo, che partirono il 25 aprile,
* San Giuliano al Dragonettt, 25 aprile 1848 (Ivi).